“Ogni giorno, ora o minuto perso nella campagna vaccinale, ha una diretta e drammatica conseguenza in termini di vite umane, in particolare tra gli over 60 dove da inizio pandemia si concentra il 95,6% dei decessi. Pur consapevoli che esistono problemi riguardo all’approvvigionamento dei vaccini, abbiamo rilevato che per garantire i richiami a coloro che avevano ricevuto la prima dose si è rallentata la somministrazione agli ospiti nelle Rsa.” Così Spi, Fnp, Uilp Piemonte tramite una nota unitaria emanata nei giorni scorsi.
“Possiamo ipotizzare -proseguono i Sindacati dei pensionati- che tra queste persone il livello di immunizzazione sfiori appena il 50%. La seconda fase che riguarda i cittadini ultraottantenni partirà il 21 febbraio, dopo le altre grandi regioni italiane. Allo stato attuale c’è poca chiarezza su un piano di somministrazione che garantisca i non autosufficienti impossibilitati a muoversi e sul ruolo del personale che se ne prende cura.
Le segreterie regionali di Spi, Fnp, Uilp chiedono alla Giunta regionale “un impegno pubblico per la vita dei più anziani. Si metta a punto un piano vaccinale che definisca in modo chiaro priorità e modalità operative. Già nella prima ondata non sono stati protetti in modo adeguato, rassegnandosi alla loro fragilità. Ancora una volta si tarda a tutelarli. La pandemia lascerà un trauma fortissimo: non è immaginabile voltare pagina e trovare le stesse condizioni. Il sistema assistenziale si è mostrato decisamente inadeguato. È necessario rivedere completamente il modello delle Rsa.”