“L’assessorato al Welfare di Regione Lombardia ha riconosciuto le difficoltà e i ritardi che l’Ats di Milano sta accusando nella gestione dei tamponi, e le incredibili difficoltà a ricontattare le persone segnalate. Sono solo una quarantina le Unità speciali di continuità assistenziale attivate rispetto alle 200 preventivate in Lombardia. Questi avamposti territoriali, costituiti da giovani medici, in base a un decreto legge di marzo, avrebbero dovuto costituire la linea Maginot contro un’eventuale seconda ondata del Covid. Ma nessuna delle province ha un numero di squadre pari a quello che avrebbe dovuto essere”. Così Spi, Fnp, Uilp Lombardia in una nota unitaria emanata ieri 22 ottobre.
I sindacati dei pensionati della Lombardia da tempo “spronano” le Regione sul campo della prevenzione, purtroppo inascoltati e ritardi e inadempienze si accumulano.Anche nell’ultimo incontro con Presidenza e Assessorato, Spi, Fnp, Uilp hanno sottolineato come “esista da tempi la necessità di individuare luoghi fisici in cui possano trovare sede, tra le altre cose, la medicina preventiva, l’igiene pubblica e la presa in carico dei pazienti cronici (per l’85% sono anziani)”. Al riguardo è per noi “necessario un rapporto più stretto tra Medici di medicina generale e specialisti ambulatoriali, al fine anche di garantire la continuità assistenziale ospedale – territorio. Inoltre, passi avanti vanno compiuti per l’integrazione sanitaria e socio-sanitaria, che rappresentava uno dei capisaldi della riforma (da attuare anche attraverso l’istituzione di un unico Assessorato Welfare in alternativa agli allora due assessorati ora addirittura diventati tre) e che non si è sostanzialmente realizzata”.
Tutto questo, secondo i sindacati dei pensionati lombardi si ripercuote sull’eccellenza del sistema lombardo, che “negli ultimi tempi ha dimostrato di non meritarne i gradi”.Adesso, infatti, le Terapie intensive lombarde contano meno di dieci letti (9,8) per 100mila abitanti, con una soglia minima di sicurezza fissata a 14. Oggi sono 983 i posti “dedicati”, mentre il target individuato per questo territorio è di 1.446 posti complessivi di Terapia intensiva.