“I Sindacati regionali dei pensionati emiliani sostengono e condividono le motivazioni alla base dello sciopero del Pubblico Impiego del 9 dicembre 2020”. È quanto dichiarano Spi, Fnp, Uilp Emilia Romagna tramite una nota unitaria emanata ieri 2 dicembre.
“L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha messo in luce l’importanza di avere di servizi pubblici qualitativamente e quantitativamente efficienti -continuano i Sindacati dei pensionati- che dovranno continuare a garantire la propria missione riaffermando la loro funzione fondamentale a sostegno dello sviluppo e della crescita del Paese. Gli obiettivi al centro dello sciopero: costruire una Pubblica Amministrazione migliore, più efficiente; la sicurezza nel lavoro pubblico; reclamare un nuovo piano di assunzioni e per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro scaduto da anni.
Queste ragioni dello sciopero, che vanno oltre la mera rivendicazione salariale (sebbene il potere di acquisto dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni sia calato a causa del perdurare nel tempo dei blocchi contrattuali), ci portano a sostenere una protesta necessaria per migliorare la situazione lavorativa in cui versa il sistema delle pubbliche amministrazioni, diventato ormai insostenibile, ancor più perché messo alla prova dalla terribile pandemia in atto.
Rinnovare i contratti nel pubblico impiego come nel settore privato è fondamentale per costruire un paese migliore e rilanciare l’economia del nostro paese. L’attacco sferrato contro i dipendenti pubblici è la stessa che descrive noi pensionati come dei privilegiati omettendo di precisare che le pensioni sono il frutto di anni di lavoro, e fra i pochi paesi in Europa senza una legge nazionale sulla non autosufficienza.
Il nostro sostegno allo sciopero del 9 dicembre -concludono Spi, Fnp, Uilp Emilia Romagna- è un NO alla frattura generazionale e un SI al cambiamento del paese, rilanciando la sanità pubblica, i servizi socio-sanitari, la scuola e l’istruzione e in generale sul sistema di welfare come grande fattore di cambiamento e di nuove opportunità di lavoro, e chiedendo l’approvazione, finalmente, della legge sulla non autosufficienza (siamo tra i pochissimi paesi senza una legge); tutti questi fattori fondamentali per rinnovare il paese”