Dopo la grandissima partecipazione alla manifestazione unitaria nazionale del 9 febbraio a Roma #FuturoalLavoro, 700 pensionate e pensionati sono oggi a Vicenza per continuare la mobilitazione e far sentire la propria voce anche a livello “locale”. I pensionati di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp del Veneto si sono ritrovati in Fiera per riproporre sul territorio le iniziative contro la Legge di Bilancio, e per rilanciare battaglie fondamentali come la richiesta di una riforma fiscale più equa e una legge nazionale per la non autosufficienza.
In un Paese in cui il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati è eroso e la popolazione continua a invecchiare, sono necessarie iniziative lungimiranti nelle politiche fiscali e socio-sanitarie. Invece tutti gli ultimi Governi hanno deciso di fare cassa mettendo le mani nelle tasche dei pensionati, indebolendo contemporaneamente il Sistema sanitario nazionale con la conseguente crescita della spesa per l’accesso a servizi privati e la rinuncia alle cure da parte di molti anziani.
Insomma: sono tante e urgenti le questioni da affrontare anche in considerazione di un quadro regionale sempre più articolato e complesso. In Veneto, infatti, gli anziani rappresentano ormai un quarto della popolazione: gli over 65, secondo gli ultimi dati Istat, sono 1.108.596, con una crescita di circa il 18% in dieci anni. Gli ultraottantenni, per i quali entra in campo il tema della non autosufficienza, sono più di 336mila, di cui circa 217mila donne. Guardando poi gli importi degli assegni previdenziali (dati Inps), il panorama dei pensionati veneti emerge in tutte le sue criticità. Nella nostra regione la pensione media (settore privato) è di 929,24 euro lordi mensili e scende a 665,39 euro per le donne. Ma 7 pensioni su 10 sono inferiori ai 750 euro lordi.
«Il perdurare della crisi economica, la crescita delle disuguaglianze, le dinamiche demografiche – spiegano i segretari generali dei sindacati dei pensionati del Veneto Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Vanna Giantin (Fnp Cisl) ed Emanuele Ronzoni (Uilp) – ci mettono di fronte a sfide complesse, che richiedono politiche lungimiranti e investimenti per generare lavoro e tutelare la qualità della vita, dal sociale alla sanità, dalla cultura alle politiche abitative. Invece non vediamo nulla di tutto ciò. Noi anziani siamo stati il cuscinetto di questo Paese negli anni di crisi più dura, ma siamo stanchi di essere definiti privilegiati o di essere accusati di rubare risorse alle giovani generazioni. È necessario un patto generazionale per garantire un futuro dignitoso ai giovani e creare le condizioni per un invecchiamento attivo e dignitoso a tutti».
Oggi, dunque, i pensionati di Spi, Fnp e Uilp del Veneto hanno presentato la loro piattaforma, per avviare una mobilitazione in tutto il territorio regionale e nazionale.
Ecco i punti principali:
- Lavoro: servono buone politiche per creare lavoro stabile e retribuito il giusto. Solo la buona occupazione può garantire pensioni sufficienti e la stabilità del nostro sistema pensionistico. Va eliminato il divario tra le retribuzioni di donne e uomini che genera disparità anche nelle pensioni.
- Indicizzazione delle pensioni: sono vent’anni che i pensionati subiscono meccanismi di rivalutazione parziale delle pensioni, con progressiva perdita del loro potere d’acquisto. Nel biennio 2012-2013 c’è stato addirittura un blocco delle indicizzazioni, che aveva penalizzato 420mila pensionati veneti. Nel settembre 2016 abbiamo sottoscritto un accordo col Governo per tornare alla piena rivalutazione, con un meccanismo più equo, a partire dal 1° gennaio 2019. La Legge di Bilancio 2019 ha stracciato questo accordo, introducendo nuovi indici di rivalutazione parziale che in tre anni sottrarranno ai pensionati italiani oltre 3,5 miliardi di euro.
- Riforma fiscale più equa: i pensionati italiani pagano la quasi totalità dell’Irpef e su di loro grava un’imposizione fiscale doppia rispetto alla media europea. Un reddito pensionistico di 20mila euro all’anno, per esempio, viene colpito con un’aliquota media del 20,5% in Italia, del 19% in Spagna, dell’8,7% nel Regno Unito, dell’8,4% in Olanda, dell’8,3% in Germania e del 7,3% in Francia. È quanto mai indispensabile un più efficace contrasto all’evasione e all’elusione fiscale per garantire servizi e ridurre le tasse a chi le paga.
- Separazione assistenza e previdenza: tenere insieme nel bilancio dell’Inps queste voci di spesa crea una visione distorta, ed è anche per questo che l’Ue chiede continui aggiustamenti e tagli alla nostra previdenza. La realtà è ben diversa: togliendo la spesa per assistenza e, contando che con la tassazione una quota ritorna all’erario, le pensioni incidono di fatto solo per l’11% del Pil, in linea quindi con gli altri Paesi Europei.
- Legge nazionale per la non autosufficienza: siamo impegnati a raccogliere firme per una legge nazionale sulla non autosufficienza, affinché vengano garantiti criteri uniformi di riconoscimento della condizione di NA, siano riconosciuti a tutti i livelli essenziali di prestazioni sociali, la sperimentazione e la promozione di forme di residenzialità innovative; il riconoscimento della figura dei caregiver e la riorganizzazione dell’indennità di accompagnamento. In Veneto abbiamo dal 2009 una legge regionale sulla non autosufficienza, frutto delle nostre battaglie, ma le risorse stanziate sono ampiamente inadeguate a coprire i bisogni dei circa 200mila anziani non autosufficienti veneti e delle loro famiglie. Chiediamo alla Regione l’aumento delle impegnative di residenzialità, sia in termini numerici che di valore economico.
- Riforma delle Ipab: il Veneto è l’unica regione in Italia a non aver attuato la riforma delle Case di riposo pubbliche. Come sindacati dei pensionati, assieme alle nostre confederazioni, ci siamo mobilitati per sollecitare l’approvazione urgente della riforma, che deve garantire la dimensione pubblica e la qualità delle prestazioni in una forte integrazione sociosanitaria nel territorio.
- Invecchiamento attivo: abbiamo ottenuto in Veneto un’importante legge sull’invecchiamento attivo (con lo stanziamento di 800mila euro), perché sono indispensabili politiche per favorire il ruolo attivo degli anziani nella società e favorirne il loro riconoscimento sociale. Spi, Fnp e Uilp vigileranno affinché le risorse vengano utilizzate concretamente e che la legge venga finanziata anche nei prossimi anni.