Ennesimo caso di lista di attesa per un esame clinico urgente: sette mesi per un esame di uroflussometria da tenere all’U.O. Urologia del San Carlo.
Per i pensionati lucani i tempi dalla prescrizione del medico di famiglia all’esame o visita specialistica sono un elemento fondamentale per la salute. Non a caso Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uil Pensionati stanno conducendo numerose iniziative e confidano che il protocollo di intesa siglato in Regione sul tema delle liste d’attesa possa dare risultati in tempi rapidi. Su questo c’è il pieno sostegno delle segreterie regionali di Cgil, Cisl, Uil Basilicata che continuano ad incalzare l’Assessore Franconi e il Presidente Pittella.
L’abbattimento delle liste di attesa – sostengono i sindacati dei pensionati e confederali – è chiaramente solo un punto di inizio per garantire quella equità e universalità di cui il sistema sanitario pubblico deve essere garante, in quanto luogo privilegiato di incontro tra i bisogni sociali e qualità del lavoro. Abbiamo già indicato – precisano – strumenti immediati e concreti di azione, solo per ricordarli: nuove assunzioni in base alla legge di stabilità regionale 2014, costituzione di un fondo per le prestazioni straordinarie volontarie , ampliamento dell’orario di apertura dei servizi ambulatoriali e radiologici, formazione, aggiornamento e mobilità professionale.
Inoltre, in Basilicata garantire realmente il diritto alla salute vuol dire, tra le altre cose e indicando il tutto sommariamente, aggredire principalmente sia la barriera dei costi che ancora il cittadino deve sostenere (costi indiretti, legati all’accesso materiale alle strutture, alla corretta informazione, ecc.; costi diretti, quali quelli dei ticket a livello nazionale e, a livello regionale, quelli connessi al ticket per la farmaceutica), sia la barriera rappresentata dall’effettiva offerta sanitaria, dal suo accesso in tempi ragionevoli, dall’esigibilità di una prestazione di qualità. Come Cgil, Cisl e Uil, insieme alle categorie del lavoro pubblico e più in generale insieme alle altre categorie (sindacati dei pensionati in primis), siamo impegnati da tempo in questa battaglia che ora va ripresa e rilanciata, aprendo una “vertenza salute” a tutto campo, indicando priorità e metodi per un confronto serrato a partire con la Regione. L’allungamento dell’aspettativa di vita sta cambiando profondamente la domanda di cura e assistenza da parte dei cittadini lucani; per fronteggiare questo cambiamento serve uno sforzo organizzativo ed economico del pubblico affinché il diritto costituzionale alla salute non sia solo un proclama scandito nelle grandi occasioni ma un diritto concretamente esigibile nel quotidiano delle persone che per necessità entrano in contatto con quella macchina complessa che è il servizio sanitario pubblico. Occorre rafforzare e migliorare l’intero sistema domanda-offerta delle prestazioni sanitarie, partendo, appunto, dalle liste di attesa, attraverso il superamento della logica di compartimentazione dei tre segmenti di erogazione dei servizi: Pronto Soccorso, attività in regime di ricovero, attività ambulatoriali.
In sintesi le quattro proposte prioritarie:
- procedere a nuove assunzioni, non solo nei reparti di pronto intervento e primo soccorso facendo ricorso alla deroga del blocco del turn over previsto dalla Legge di stabilità Regionale 2014, ma anche in altre realtà più direttamente impegnate nella diagnostica (in un primo momento anche con un mix di assunzioni a tempo indeterminato e assunzione a termine);
- procedere alla costituzione aggiuntiva di un fondo per prestazioni straordinarie volontarie, ricorrendo ad un accordo sperimentale che, attraverso l’implemento delle fasce orarie o dei giorni di intervento sanitario (in un mix quindi di assunzioni e straordinario), consenta di ridurre i tempi sulle prestazioni diagnostiche e specialistiche con tempi di erogazione superiori ai 60 giorni, partendo proprio dalle liste di attesa “scandalosamente” più lunghe;
- in step successivi, ampliare l’orario di attività dei servizi ambulatoriali e radiologici nei giorni festivi e prefestivi e negli orari serali, facendo ricorso al sistema delle ‘prestazioni aggiuntive’, allo scopo di mantenere aperte le strutture per i servizi diagnostici e l’accesso alle grandi apparecchiature in fasce orarie uniformi nelle diverse Aziende: 12 ore al giorno e fino alle ore 24.00, sia nei giorni feriali che festivi della settimana;
- accompagnare il tutto con un piano di formazione, aggiornamento e mobilità professionale dentro le strutture, in base a precisi modelli di intervento perseguendo l’obiettivo di migliorare, in maniera omogenea in tutto il territorio regionale, il grado di offerta dei servizi.