Il 22 ottobre nuovo presidio davanti a Palazzo Balbi, Venezia, sede della Giunta Regionale del Veneto, organizzato dalle sigle della funzione pubblica, dei servizi e dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil del Veneto, per chiedere una riforma delle Ipab, subito!
Decine di presidi in tutto il Veneto e davanti al Consiglio Regionale, un unico momento di incontro dei sindacati ricevuti solo dai consiglieri di minoranza: sembrava che dalla Regione, durante l’estate fosse arrivata un’apertura. L’assessora Manuela Lanzarin aveva dichiarato che la riforma delle Ipab sarebbe stata inclusa in un più ampio ridisegno dell’assistenza territoriale. Ma ancora non c’è un testo da valutare e la legislatura ormai è agli sgoccioli. Per questo i sindacati, a quasi 5 mesi dal primo, sono tornati a far sentire la loro voce con un presidio organizzato per martedì 22 ottobre davanti a Palazzo Balbi: per chiamare in causa direttamente l’intera Giunta e il suo Presidente.
La battaglia per la riforma delle Ipab è portata avanti unitariamente da Cgil, Cisl e Uil del Veneto con le sigle della funzione pubblica, dei servizi e dei pensionati. È inconcepibile che il Veneto, unica regione insieme alla Sicilia, ancora non applichi una legge dello Stato vecchia di quasi 20 anni (la 328/2000), e che stabiliva che le Ipab fossero trasformate in Aziende pubbliche di servizio alla persona (Apsp). La mancata riforma delle Ipab ha causato in questi anni una strisciante privatizzazione, la riduzione dei posti disponibili, un abbassamento della qualità dei servizi per le persone anziane e disabili, l’aumento delle rette ed un peggioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti. Nella nostra regione sono più di 100 le Ipab che offrono ospitalità e assistenza a oltre 15mila anziani, quasi tutti non autosufficienti, dando lavoro a oltre 10mila lavoratrici e lavoratori tra dipendenti diretti e appalti.
Obiettivo dei sindacati, che le Ipab rimangano strutture pubbliche dopo la loro trasformazione in Apsp e che vengano rimossi tutti quegli ostacoli che le rendono più costose nella gestione rispetto alle case di riposo private. Poi, è necessario che la Regione assegni più impegnative alle Ipab e aumenti la quota a carattere sanitario.
Durante il presidio sono state raccolte le firme a sostegno della richiesta di Riforma delle Ipab.