L’importanza degli affetti, ma soprattutto le ripercussioni psicologiche che le scelte effettuate nell’emergenza di dover contenere l’epidemia, si sono avute sulle categorie più fragili della popolazione, sono due aspetti che purtroppo chi queste scelte le ha compiute, ha trascurato. Ed è proprio allo scopo di limitare i danni provocati dalla fase 1 che i sindacati dei pensionati della Puglia si sono mobilitati sin dall’inizio, attivando una rete di volontari, per fornire- in particolare modo agli anziani – il supporto necessario ad affrontare il periodo di isolamento dovuto alla pandemia.
“Da quanto abbiamo raccolto nelle telefonate che ci arrivavano – spiegano i sindacati – a soffrire di più sono stati gli anziani nelle residenze sanitarie”
“Il problema delle Rsa o Rssa – ha sottolineato il Segretario generale Uilp Puglia, Rocco Matarozzo – è stato il nodo centrale nella errata gestione di questa emergenza. Lo abbiamo denunciato subito e continuiamo a farlo: queste strutture sono state rese private e deprivate dal controllo sindacale, con i risultati che si sono visti.
“Le strutture dove non si rispettano i contratti dei lavoratori, dove si assumono collaboratori precari per risparmiare, lì il virus ha avuto mano libera, lì è mancata la tutela dell’anziano più debole. Se per tempo, prima di questa emergenza, la Regione avesse attivato un vero servizio di assistenza domiciliare, tante famiglie – conclude Matarozzo – non avrebbero fatto la scelta di mettere l’anziano in una residenza sanitaria. Invece per quello che è oggi il meccanismo perverso, il carico è lasciato interamente alle donne della famiglia, che spesso sono costrette ad una scelta di distacco pur di poter difendere il proprio posto di lavoro.”