Durante i tre mesi dell’emergenza Covid-19, in Emilia Romagna come nel resto del Paese, le prestazioni ambulatoriali non urgenti sono state sospese in attesa della riapertura. Un numero enorme di visite specialistiche e di prestazioni sono state di fatto “congelate” e, al momento, i pazienti sono ancora in attesa di essere richiamati da Ausl e Aziende Ospedaliere.
“In molte realtà –dichiara la Uilp Ferrara – le prestazioni urgenti o a breve scadenza, anche per la trasformazione della priorità di alcune altre non urgenti, hanno però finito per saturare gli spazi liberi sia nel pubblico che nel privato accreditato e quindi la riapertura non comporterà alcun automatismo per il recupero di questa enorme quantità di prestazioni ambulatoriali non eseguite durante il fermo Covid. La riapertura degli ospedali avvenuta con regole nuove rispetto al passato e una contrazione del numero di visite ambulatoriali eseguibili in sicurezza significa che per mitigare gli effetti di questa riduzione forse è necessario dilatare i tempi di apertura degli ambulatori. Facile a dirsi, quasi impossibile a farsi, in particolar modo nel periodo estivo e in presenza di carenze di organico si preannuncia come sempre molto complicato”.
Per la Uilp, il recupero dell’arretrato comporterà un ritardo ben più grave rispetto al passato per le nuove prestazioni “che saranno fissate molto in là rispetto alle legittime aspettative dei pazienti, perché fino a quando non si riuscirà a smaltire l’arretrato non si potrà affrontare il problema delle nuove prenotazioni, reiterando il problema sine die”
Secondo la Uilp, per far fronte al problema è necessario “utilizzare al meglio il personale disponibile” attraverso “un’articolazione più efficiente dello stesso facendo ricorso a prestazioni aggiuntive e all’utilizzo di doppi turni negli ambulatori”. Inoltre, fino al raggiungimento della normalità le prestazioni intramoenia andrebbero sospese.