Nel 2019 nelle Marche sono state erogate 631.540 pensioni. L’84% sono prestazioni previdenziali in senso stretto, mentre il restante 16% sono prestazioni di tipo assistenziale.
L’importo medio di una prestazione previdenziale nelle Marche è di 990 € mensili lordi, che scende a € 831 se si considerano solo le prestazioni erogate agli ex dipendenti del settore privato (il 71% del totale). Significativa è anche la differenza tra uomini e donne: se i primi percepiscono nelle Marche 1.218 euro lordi, le donne arrivano a 705 ovvero mediamente 513 euro in meno ogni mese; una differenza che per le pensionate ex lavoratrici dipendenti arriva a -628 euro mensili.
L’importo medio delle prestazioni assistenziali è invece di € 439 mensili lordi.
Il 62% delle prestazioni previdenziali erogate nelle Marche hanno un importo inferiore a 1.000 € mensili lordi.
Nelle Marche, infine, sono state erogate nel 2019 più di 53.000 indennità di accompagnamento, delle quali sono destinatarie persone in condizione di completa non autosufficienza.
Questi numeri, elaborati dalle Federazioni dei pensionati di SPI FNP e UILP Marche a partire da dati ufficiali INPS, denotano una situazione preoccupante.
«Siamo ben lontani – sostiene il Segretario generale dello SPI Cgil Marche Elio Cerri – dalla narrazione dominante di una categoria sociale, quella dei pensionati appunto, di ricchi privilegiati. Tra i pensionati italiani, e nello specifico tra quelli marchigiani, ci sono tantissime persone che stanno di fatto scivolando verso la soglia di povertà. Nonostante ciò, durante tutto questo decennio di crisi abbiamo cercato con tutti i mezzi di sopperire alle carenze del sistema pubblico di welfare aiutando ogni giorno figli e nipoti, regalando tempo e soldi, pagando bollette e rate dei mutui, assistendo nipoti e coniugi non autosufficienti».
«Come confermato recentemente anche dall’Istat – prosegue il Segretario generale della FNP Cisl Marche Mario Canale – la presenza di un pensionato all’interno di nuclei familiari vulnerabili ha consentito di dimezzare l’esposizione al rischio di povertà. In cambio di questo contributo alla tenuta della coesione sociale abbiamo ricevuto ben poco. Pensioni che non vengono rivalutate da 7 anni (la mini rivalutazione di 53 centesimi al giorno operata dalla Legge di bilancio è una beffa scandalosa), carico fiscale tra i più alti dell’Unione Europea, nessun diritto esigibile a prestazioni socio assistenziali e sanitarie quando non siamo più in grado di cavarcela da soli».
«Per queste ragioni – conclude la Segretaria generale della UILP Uil Marche Marina Marozzi – le Federazioni dei pensionati di SPI FNP e UILP, a tutti i livelli, stanno portando avanti una mobilitazione che ci ha visti scendere ripetutamente in piazza nello scorso anno. Siamo stati a Roma il 1 giugno e il 16 novembre scorso, per poi incontrare Sindaci, Prefetti, rappresentanti della Regione Marche e parlamentari su tutto il territorio regionale negli ultimi giorni dell’anno. Senza risposte da parte del Governo la mobilitazione proseguirà nei prossimi mesi, a sostegno delle nostre rivendicazioni, che riflettono una questione di dignità».
In estrema sintesi, SPI FNP e UILP Marche chiedono una giusta rivalutazione dei trattamenti pensionistici, il cui potere d’acquisto si è drammaticamente ridotto negli ultimi anni, la riduzione del carico fiscale sui redditi medio bassi da pensione e lavoro e l’aumento delle risorse per la sanità pubblica e per l’assistenza socio sanitaria alle persone non autosufficienti, sia anziane che non. I pensionati italiani vogliono continuare ad aiutare le loro famiglie e il loro Paese, ma hanno bisogno di un sostegno concreto ed urgente.