Si è tenuto, mercoledì 14 luglio, un incontro tra Spi, Fnp, Uilp Sardegna e il Presidente del Consiglio regionale. Nel corso dell’incontro, i Sindacati dei pensionati hanno chiesto al Presidente di attuare interventi volti al potenziamento della medicina territoriale.
Leggi il Comunicato precedente l’incontro:
“Domani , mercoledì 14 luglio 2021 (ore 16) , saremo finalmente ricevuti dal Presidente del Consiglio regionale per prospettargli l’urgenza di convocare al più presto una sessione consiliare esclusivamente dedicata ai problemi della Sanità sarda e del socio assistenziale: organizzazione amministrativa, territoriale, potenziamento delle strutture e dei presidi medici, territorializzazione dei servizi, assunzioni di personale medico e paramedico, autosufficienza.”
Così, Spi, Fnp, Uilp Sardegna tramite una nota unitaria emanata oggi, 13 luglio.
“Spi, Fnp, Uilp Sardegna -continua la nota- sono interpreti e portavoce di una popolazione over 65 di quasi 400 mila persone. I pensionati che si riferiscono ai vari regimi previdenziali in Sardegna sono oltre 470.000, di cui 53% con pensioni di invalidità e 38% di vecchiaia, con assegno medio pari a 700 euro/mese.
Al Presidente Pais chiederemo di portare all’attenzione dei gruppi consiliari e della Giunta regionale le emergenze del sistema sanitario che ricadono con maggior gravità proprio sulle popolazioni anziane. A cominciare dalle interminabili liste d’attesa che possono aggravare le patologie; le insicurezze accentuano i disturbi psichici ( nel 2018 il tasso di dimissioni ospedaliere con questa malattia è stato 55,60 ogni 10 mila abitanti per i maschi tra 65-74 anni di età e di 206,58 negli over 75, addirittura del 233,93 nelle femmine oltre 75 anni). Nel 2019 la Sardegna ha battuto tutte le regioni meridionali per consumo di farmaci antidepressivi. Alto anche il numero delle persone over 65 dimesse dagli ospedali per abuso, dipendenza o psicosi da sostanze psico attive. Altri problemi: le carenze negli organici di personale medico e paramedico e la territorializzazione dei servizi fondamentale per attivare processi di prossimità.
Il pianeta sanità e socioassistenziale è da rivisitare totalmente con gli occhi non dei manager e degli imprenditori, ma degli anziani e delle loro famiglie, e da codificare in una legge da costruire insieme alle parti sociali. In questa riforma dovrà trovare risposta definitiva il riconoscimento dei caregivers come lavoratrici e lavoratori per l’assistenza che svolgono nei confronti dei loro cari. Infine la normativa di riforma del socio-sanitario dovrà contenere provvedimenti per rinnovare le Rsa, potenziandone l’assistenza sociosanitaria, soprattutto a livello territoriale, sperimentando nel contempo anche altre forme di residenzialità, oltre a quelle già esistenti.”