La nostra Regione fa spending review sulle persone deboli. A seguito di un’inconcepibile decisione della Regione, passata ovviamente in sordina, gli anziani, e non solo, si sono visti bloccare le liste di ingresso presso le strutture residenziali e semi residenziali per anziani, disabili, dipendenze, salute mentale, convenzionate.
Questa è la conseguenza di una circolare inviata a fine dicembre 2016 a tutte le strutture, in cui si comunica che le convenzioni che permettono a queste persone di essere accolte, sono state prorogate solo fino al 31 marzo 2017. Nella stessa si evidenzia un tetto massimo di budget per garantire la permanenza di questi utenti.
E se questo è un problema per qualsiasi impresa normale, che deve garantire un adeguato standard qualitativo rivolto ad un’utenza debole, immaginiamo le conseguenze per anziani e disabili. La scelta delle famiglie di procedere con il ricovero è sempre difficile e avviene dove aver esperito tutti i tentativi di domiciliarità possibili, non a cuor leggero.
Sappiamo che non si investe abbastanza sull’affiancamento dei servizi domiciliari per anziani e disabili, e che si creano gravi disagi agli utenti assistiti e alle loro famiglie che, dagli ospedali, subiscono le dimissioni veloci dei propri cari che restano, comunque, malati cronici e/o non autosufficienti.
Un’altra conseguenza di questa circolare è l’ulteriore impoverimento delle strutture, che già da anni devono combattere contro in mancato aumento dell’entità delle quote a loro riconosciute e la diminuzione dei posti accreditati. Che cosa accade? Succede che strutture che hanno meno presenze e meno risorse riducono il personale, non fanno investimenti, indispensabili, per garantire maggior qualità dei servizi, non rinnovano i contratti di lavoro. Quindi, tutti più poveri e anche disoccupati.
Quando la nostra Regione inizierà a vedere anziani e disabili come risorse e non come un peso, non solo avremmo fatto un salto culturale in avanti, ma avremmo guardato a questo segmento come un volano economico portatore di occupazione e benessere per la nostra regione e i suoi cittadini. Come Uil, chiediamo un incontro urgente all’assessore regionale alla sanità, prima che debba scendere in piazza come rappresentanti dei cittadini deboli e dei lavoratori delle strutture di cura.
Come intende agire la Regione nelle prossime settimane in vista della scadenza del 31 marzo, inserita nella missiva indirizzata alle strutture residenziali e semiresidenziali? E’ così che si agevola l’ingresso dei “privati” mettendo in crisi il sistema dei privati già accreditati e del terzo settore? La neonata azienda A.Li.Sa. ha bisogno di tempo per organizzarsi e prendere in mano tutto l’accreditamento e per questo mette in difficoltà i gestori delle strutture?
Lella Trotta, segretario confederale Uil Genova e Liguria
Riccardo Serri, segretario generale Uiltucs Genova e Liguria
Pierangelo Massa, segretario generale Uil Pensionati Genova e Liguria
Aldo Ragni, segretario generale Uil Fpl Liguria