In occasione del giorno della memoria 2018 Spi, Fnp, Uilp Vicenza hanno organizzato un incontro con Gilberto Salmoni, sopravvissuto al campo di sterminio nazista di Buchenwald e autore del libro “Una storia nella storia. Ricordi e riflessioni di un testimone di Fossoli e Buchenwald” e con Marzia Luppi, direttrice della Fondazione “Fossoli”.
Presenti all’evento i Segretari generali dei sindacati dei pensionati Igino Canale, Vittorino Deganello e Roberto Merlo e i Segretari territoriali della Cgil Giampaolo Zanni e della Uil Grazia Chisin.
Gilberto Salmoni venne arrestato nel 1943 a Bormio con tutta la sua famiglia: genitori, fratello maggiore, sorella e cognato. Vittime delle leggi razziali si erano nascosti e stavano scappando dalla loro città (Genova) e furono denunciati da un delatore. Arrestati dai militari della Repubblica di Salò, rimasero (dopo essere passati per il carcere di Milano) per diverso tempo a Fossoli in provincia di Modena dove vi era un campo di smistamento. Da lì genitori e sorella finirono ad Auschwitz dove morirono, mentre lui e il fratello maggiore furono spediti a Buchenwald nel centro della Germania dove riuscirono a cavarsela. Il fratello Riccardo era entrato in un gruppo clandestino di oppositori, ma lui che era ragazzino non lo sapeva. Pochi erano gli italiani e i fratelli Salmoni stavano in una baracca con diversi prigionieri politici francesi, tra loro personalità politiche e istituzionali importanti della Francia prima dell’invasione nazista.
Tornato in Italia Gilberto Salmoni riprese gli studi diplomandosi nel 1945 al liceo classico. Successivamente proseguì con gli studi universitari. Fu difficile inserirsi tornato dal campo di concentramento e non parlò per decenni del dramma vissuto.
“Solo da una decina d’anni racconto la vicenda che investì la mia famiglia”, ha spiegato: “prima era difficile, ti dicevano che tutti avevano vissuto la guerra, ma quello che avevamo vissuto noi era aberrante, ma gli altri non lo sapevano!”
“Tutto quello che è successo, la strage di milioni di persone inermi, la Shoa, è stato provocato da pochi uomini senza umanità che hanno applicato metodi scientifici su larga scala per praticare lo sterminio”, ha sottolineato Salmoni: “che uomo può essere uno come Hitler che nonostante la fine fosse vicina ha lasciato per mesi che le fortezze volanti alleate massacrassero le città tedesche? o ancora il suo ministro della propaganda Goebbels che, siccome considerava tutto finito, prima di suicidarsi ha ucciso la moglie e i suoi sei figli? cosa ha capito della vita Goebbels? perché non ha lasciato vivere i suoi familiari come farebbe qualsiasi essere umano?”
“Queste cose vanno ricordate perché sono successe davvero”, ha concluso Salmoni: “purtroppo c’è il pericolo che si ripetano e per questo dobbiamo raccontare e far sapere a gran voce che tutto ciò è successo davvero!”
L’incontro è stato accompagnato dalle canzoni di Luca Bassanese.