Iniziativa di Cgil, Cisl, Uil e Spi, Fnp, Uilp Monza e Brianza: ‘Donne in Afghanistan, il grido di speranza’
“Un filo invisibile ma forte e indissolubile ci unisce alle donne afghane, nostre sorelle, e alla loro lotta per una vita degna di questo nome.
E’ inconcepibile e assurdo che negli anni 2000 ci siano donne che lottano per il diritto di andare a scuola, di scegliere il proprio futuro: se sposarsi e con chi, di vestirsi liberamente, mostrare il volto, truccarsi, guardare il cielo, cantare, ballare, fare sport.
Ma che società è quella che getta le donne di qualsiasi età nella disperazione, nell’oppressione, nell’isolamento, ne annulla la personalità e che terrorizza, tortura, sfigura, uccide quelle che non si piegano?
Siamo indignate e vogliamo stare al fianco delle donne afghane. Vogliamo sostenere la loro lotta per l’autodeterminazione contro il potere che le vuole annientare e contro ogni potenza che lo appoggia, apertamente o in modo occulto, finanziando e sostenendo in vari modi formazioni che fanno riferimento all’area del fondamentalismo islamico.
Gli interessi economici in gioco sono enormi. L’Afghanistan è oggi uno Stato capace di controllare il 90% della produzione mondiale di oppio, la cui vendita alla criminalità internazionale assicura un approvvigionamento costante di armi e munizioni. Produzione e commercio sono sempre stati tollerati dalle forze di occupazione, prima sovietiche poi della Nato. Il risultato, tutt’altro che imprevedibile, è che i talebani, oggi al potere, sono i narco – trafficanti più potenti al mondo.
E’ una strada in salita quella del popolo afghano ma la democrazia non si può esportare o venire imposta dall’esterno e per questo la richiesta delle forze laiche e democratiche afghane è di creare una forte rete di sostegno alla loro lotta dall’Europa. Cisda (Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane Onlus) con cui presentiamo l’iniziativa di questo 8 marzo, invita a condividere l’appello alle istituzioni e ai governi europei (Coalizione per la democrazia e la laicità in Europa e in Afghanistan).