Nei giorni scorsi, Spi, Fnp, Uilp hanno emanato un comunicato congiunto sulla situazione che ha visto protagonista la casa di riposo “Maria Fantini”, passata sotto la gestione dell’Ausl dopo la diffusione del virus all’interno della struttura.
“La situazione che si è resa evidente in occasione della pandemia da Covid 19 all’interno della CRA Maria Fantini pone finalmente i riflettori sul modello di gestione e di controllo della rete della Assistenza Residenziale presente nel nostro comprensorio. Più volte come sindacato abbiamo segnalato criticità in varie case di riposo. Constatiamo con amarezza che, a fronte di varie segnalazioni per il mancato rispetto della tutela e sicurezza dei lavoratori in riferimento alle norme anti-contagio, gli enti preposti alla verifica si siano attivati con determinazione, solo dopo la segnalazione di CGIL CISL e UIL al Prefetto e al Sindaco, e solo ora a fronte di una situazione oramai irrecuperabile con la sola gestione delle risorse interne. Abbiamo visto in queste settimane come le strutture per anziani possono diventare focolai di infezioni, luoghi dove il virus arriva dall’esterno e colpisce gli anziani ospitati e l’intera comunità. La situazione in ogni momento può diventare esplosiva come è successo anche al confine del nostro territorio. Dopo gli ospedali queste sono le strutture e le persone più esposte e meritano il massimo di attenzione”.
“A tutti questi anziani – proseguono i sindacati – la categoria più fragile e più colpita dai contagi del Covid 19, dobbiamo garantire le migliori cure e condizioni. Sono la nostra memoria, ci hanno dato la vita ed il progresso sociale a cui eravamo, fino a ieri, abituati. Proprio perchè oggi sono i più fragili dobbiamo difenderli con tanta cura. E garantire ai loro famigliari le informazioni sulle condizioni di salute dei loro cari, che fino adora non c’è stata. Il deciso e drastico intervento del Sindaco, che ringraziamo per il coraggio e l’appropriatezza che ha avuto nell’affrontare di petto la grave situazione che si è presentata, permetterà, probabilmente, un progressivo rientro alla normalità all’interno di una Struttura oggi fuori controllo, rendendo evidente ciò che da anni segnaliamo e denunciamo, ovvero che le condizioni di lavoro a cui sono sottoposti gli addetti (carichi di lavoro; rispetto del DL 66/2003 sui tempi di riposo; adeguatezza dei Dispositivi di Protezione Individuale; rispetto del DL 81/2008; ecc) si riflettono sempre anche sull’utenza e questo né è un esempio lampante: la maggioranza degli operatori della struttura o è ammalata o è in quarantena perché positiva al virus”.
“L’attuale situazione ha evidenziato quello che da tempo sosteniamo: l’ inadeguatezza del sistema di controllo pubblico verso il privato accreditato. Un controllo rischia spesso di assumere una dimensione di forma e non di sostanza, che non è stato in grado di rilevare le carenze strutturali, permettendo ad alcuni gestori di operare non curanti dei protocolli di sicurezza nei confronti degli operatori, e di conseguenza degli ospiti. Operatori lasciati a lavorare in condizioni inaccettabili, vedendosi ridurre le ore assistenziali, e costretti ad operare senza ausili e senza Dispositivi di Protezione Individuale sminuendo così la loro professionalità’. Ora è necessario, come da tempo chiedono i sindacati CGIL CISL UIL e le categorie dei pensionati (Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil) di attenzionare anche le strutture private non convenzionate e le Case Famiglia nelle quali possono essere ospitati fino a 6 anziani, delle quali non si sa nulla e sulle quali è scesa una cortina di silenzio. Gli organi preposti al controllo e alla sorveglianza devono muoversi in tempo, prima che la situazione possa sfuggire di mano. Al termine di questa fase emergenziale sarà quindi necessario aprire un serio confronto con le Istituzioni Pubbliche per riscrivere insieme, non solo l’intero sistema dell’accreditamento, ma soprattutto una carta dei diritti dell’utente e del lavoratore sanitario/socio assistenziale in grado di valorizzare il servizio reso al primo e la qualità del lavoro del secondo”.