Intervenire ora, dopo che tutto il Paese è inorridito per le atroci crudeltà inflitte a persone fragili con gravi difficoltà di difesa è come “sparare sulla Croce Rossa”, può sembrare superfluo, ma non per la Uil Pensionati e la Uil di Parma che già da diversi anni e di conseguenza, diverse amministrazioni fa, chiedevano a gran voce un Regolamento che stabilisse con certezza parametri assistenziali tali da tutelare la vita delle persone che accedevano alle Case Famiglia.
Lo chiedevamo con forza per compensare la “debolezza” della Legge Regionale che stabilisce solo blandi criteri di logistica ambientale, di numero anziani (6) e vagamente del livello di autosufficienza. Per assurdo, ma non poi così tanto visto il proliferare delle stesse, viene data la possibilità a chiunque, (purchè si liberi una stanza nel proprio domicilio) di entrare in possesso di una licenza per condurre una “Casa Famiglia”.
Abbiamo anche, assieme a Fnp Cisl e Spi Cgil, cercato di coinvolgere l’opinione pubblica attraverso l’informazione delle certezze/garanzie che andavamo a richiedere. E questo per avere più benessere psico/fisico delle persone “ospiti paganti” delle strutture, ma addirittura abbiamo avuto contro alcuni famigliari degli anziani.
Ora il Regolamento Comunale del 30/06/2015 è innanzitutto per il ricorso al Tar da parte di alcune Case Famiglia. La Uil Pensionati, assieme alla propria confederazione Uil, chiede a gran forza che la Regione si impegni nel più breve tempo possibile a modificare/integrare la passata Legge Regionale tenendo in considerazione tutte le debolezze che da anni il sindacato denuncia in primis per garantire una completa tutela assistenziale per le persone, per tutelare le persone che lavorano al loro interno, per le strutture che invece operano in modo corretto e rispettoso della “persona”.
Giuliana Rossi – Segretario Territoriale Uilp
Parma 12 febbraio 2016