A Bolzano i sindacati dei pensionati denunciano la situazione di crisi del sistema di assistenza sociale territoriale elencando i punti critici su cui è necessario intervenire anche alla luce dei dati circa la popolazione anziana residente in Alto Adige: sono infatti circa 100mila anziani ad oggi residenti nella regione e nel 2030 gli over 65 saranno 140mila (cioè oggi ci sono 121,5 anziani rispetto a 100 bambini).
1) c’è un buco di tre giorni nell’assistenza sanitaria: dal venerdì, quando i medici di base iniziano a fare i fatti loro, al lunedì; 2) non funziona la rete stessa dei medici di base: nessuno si coordina, i protocolli vengono ignorati, i professionisti non si consorziano per evitare i vuoti nel servizio, ognuno ragiona per il proprio “particulare”; 3) il pronto soccorso viene usato per necessità oggettiva da anziani che si trovano a vivere, da categoria debole, una situazione ospedaliera insopportabile tra file interminabili e convivenza forzate con realtà degradate; 4) sono insufficienti gli alloggi Ipes, visto che le famiglie si polverizzano e la realtà è quella di anziani “single” 5) occorre stilare un albo delle badanti.
“Quando si invecchia – hanno dichiarato i sindacati dei pensionati – ci sono due cose che diventano di importanza capitale: la prima è la salute, la seconda è la casa”.
Le richieste dei sindacati sono dunque: un albo delle badanti; medici di base obbligati a fare rete e garantire una presenza coordinata nei weekend; una tessera sanitaria che contenga una carta dei diritti (degli assistiti) e dei doveri (dei medici di base); più alloggi per anziani; organico adeguato nel pronto soccorso, trasporti e servizi.