“La recrudescenza del virus sta presentando il suo conto, spesso in modo drammatico, gravando sugli ospedali e sui pronto soccorso della Basilicata. Potenziare la medicina territoriale, venendo incontro alle esigenze di cura dei positivi, è uno degli strumenti utili a contenere lo stress al quale vengono sottoposti gli operatori sanitari e le stesse strutture. Molto spesso sono persone con lievi sintomi che si presentano ai pronto soccorso lucani per avere cure: a questi pazienti, che nella maggior parte dei casi non necessitano di ricovero, nel momento in cui viene riscontrata la positività e lo status, devono essere consegnati tutti gli strumenti di monitoraggio dell’infezione, a partire dai saturimetri che spesso vengono acquistati dopo vari rimbalzi tra medici di medicina generale, USCO e farmacie. La Regione Basilicata può e deve farsi carico di questo impegno di spesa per poter dare, attraverso i medici di base o le USCO, ai cittadini uno strumento utile e fondamentale. Ricordiamo che l’ossigenoterapia è fattibile anche a domicilio.” Così, Uil Pensionati e Uil Fpl Basilicata in una nota unitaria emanata oggi, 17 novembre.
“Seguendo il modello Veneto, che lo ha fatto con una recente Delibera di Giunta viene preso in carico il paziente sintomatico fornendogli saturimetri e una scheda riepilogativa dei parametri per stabilire l’evoluzione del quadro, con in aggiunta la possibilità dell’ossigenoterapia prescritta dallo pneumologo specialista. I pazienti assistiti a domicilio dovrebbero poter ricevere l’ossigeno, previa consultazione degli specialisti anche ospedalieri, magari fornendo loro un numero telefonico dedicato per la consulenza. Una scelta strategica sulla quale bisogna puntare per poter migliorare l’assistenza domiciliare, e che permette di dare tranquillità psicologica alle tante persone che stanno vivendo la positività o la malattia con sintomi tra le mura domestiche e che ad oggi si sentono completamente abbandonate. Gli attuali isolati in Basilicata sono quasi 3500, tanti cittadini che con questo rafforzamento del servizio potrebbero vivere meglio questa condizione.
Inoltre, visto il dilagare del virus proprio nelle RSA e nelle case per anziani, andrebbe corrisposto alle stesse un contributo in base al numero di posti letto accreditati e convenzionati, con attenzione a quelle maggiormente colpite dalla pandemia, avendo come lasso temporale dal primo marzo al 31 dicembre 2020, rafforzando così l’assistenza all’interno delle stesse senza dover essere costretti ad effettuare spostamenti presso altre strutture. Il provvedimento servirebbe per sostenere un settore del nostro sistema sociosanitario che si trova in prima linea in questa emergenza, consentendo così l’assegnazione di nuovi contributi che andrebbero a ristorare, per quanto parzialmente, i maggiori costi che gli istituti si sono trovati a sostenere nella gestione emergenziale.”
I Sindacati rimarcano ancora una volta che senza una efficace organizzazione non ci saranno strutture e posti letto: “ecco perché riteniamo strategiche le cure a domicilio.”