“In questa situazione di emergenza, siamo fortemente preoccupati per le fasce più fragili della popolazione, i pensionati in condizioni di bisogno, le persone ricoverate nelle Rsa, nelle Case di Riposo, per questo ci siamo attivati a livello Nazionale e Territoriale per la loro tutela.” E’ quanto si legge in un comunicato unitario dei sindacati dei pensionati della provincia di Chieti, diffuso ieri 27 aprile.
“I decessi e i casi di infezione – continua la nota – crescono così come i contagi di operatrici e operatori. Gli ospiti muoiono nella totale solitudine mentre i familiari, a cui ormai da due mesi è vietato l’ingresso, non possono assistere i propri cari sul letto di morte. Parliamo di anziani fragili, che nella maggior parte dei casi non hanno più la capacità di rappresentare i propri bisogni, di difendersi, di auto-tutelarsi e di contrastare eventuali abusi o inefficienze del servizio.”
“Come Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil della Provincia di Chieti abbiamo scritto al Prefetto, al Presidente della Provincia ed al Direttore Generale della Asl chiedendo quali misure sono state messe in campo per tutelare le persone anziane e disabili ricoverati nelle Rsa ed il personale che vi opera e di essere messi a conoscenza sulla distribuzione di adeguati Dpi nelle strutture. Per evitare altri focolai come quello avvenuto nel Centro Anziani di Atessa e nella Rsa Villa San Giovanni a San Giovanni Teatino. Se è stata istituita una task force col coinvolgimento attivo di Sindaci, Prefetto e Protezione Civile. Se vengono realizzati i tamponi a tutti gli utenti ed operatori delle strutture partendo dal fatto che la nostra Provincia ha scontato e sconta dei ritardi per l’esito degli stessi, cosa che può aumentare il rischio di contagiare colleghi e pazienti; così come se vengono effettuate le sanificazioni periodiche degli ambienti così come previsto. Se le strutture si sono dotate di tutta la strumentazione tecnologica per la comunicazione a distanza tra le persone ricoverate ed i loro familiari e se c’è una continuità delle prestazioni di assistenza domiciliare integrata e sociale. Abbiamo chiesto, inoltre, di salvaguardare il rispetto degli standard qualitativi e quantitativi dei servizi sociali e sanitari, sia per fronteggiare un’inevitabile riduzione del personale conseguente all’emergenza sanitaria, sia per compensare la minor presenza dei familiari e del volontariato.”
Sempre nella giornata di ieri, 27 aprile, i Segretari regionali di Spi, Fnp, Uilp hanno inviato una richiesta di incontro al Presidente della Regione Abruzzo, all’assessore regionale alla sanità e all’assessore regionale al welfare e politiche sociali.
“La Federazioni regionali delle categorie dei pensionati – si legge nella richiesta – chiedono di poter essere coinvolti fattivamente, nei limiti delle nostre competenze, nelle decisioni e indirizzi politici che in questa cosiddetta fase 2 andrete ad assumere sulle tante questioni che riguarderanno da vicino la vita di oltre 490.000 pensionati residenti nel nostro territorio. E’ evidente che questa fascia di popolazione è quella che ha pagato finora anche in Abruzzo il prezzo più alto della diffusione del Covid- 19. Preoccupano le scarse informazioni rispetto alla situazione delle RSA Abruzzesi stante anche quanto riportato nel secondo Report dell’Istituto Superiore della Sanità dove si rileva che delle 16 RSA Convenzionate presenti in Abruzzo, al 6 aprile, solo tre hanno restituito il questionario a loro proposto nel mese di marzo. Con oltre 120.000 iscritti e iscritte le nostre Organizzazioni Sindacali SPI-FNP-UILP hanno una ramificata e riconosciuta presenza su tutto il territorio regionale rappresentando oltre il 25% della popolazione interessata. Invitiamo, pertanto, le Istituzioni in indirizzo a considerare la nostra richiesta di coinvolgimento nel complicato processo di riapertura del Paese certi anche della necessità di una valutazione dell’efficacia dell’attuale rete sanitaria e socio-sanitaria.”