Il Governo Renzi ha deciso di dare attuazione alla Sentenza della Corte Costituzionale senza alcun confronto col sindacato, con un decreto legge che restituisce solo una parte di quanto dovuto e solo a una parte dei pensionati con pensioni sopra 3 volte il minimo, che rivaluta solo marginalmente il montante delle pensioni, e in questo modo gli effetti del blocco dell’indicizzazione del bienni 2012-2013 continueranno a ripercuotersi negativamente sugli importi futuri.
Questo modo di agire ancora una volta, come è già accaduto col Governo Monti, genera errori, discriminazioni e ingiustizie. Va respinto con decisione il tentativo di criminalizzare i pensionati che, dopo anni di lavoro, di contributi versati, di tasse pagate più alte di tutti li altri pensionati europei, sono oggi additati come privilegiati che rubano il futuro ai giovani.
Si dimentica che i pensionati in questi ultimi anni di crisi economica, aggravata dalle errate e unilaterali decisioni dei Governi, con le loro modeste pensioni e con il loro lavoro di cura hanno sostenuto figli e nipoti disoccupati e inoccupati, sostituendosi a un welfare insufficiente e discriminatorio. Altrettanto preoccupante è la campagna nei confronti dei pensionati cui si applica il sistema retributivo, che hanno l’unica colpa di essere andati in pensione in base alle leggi allora vigenti. Parallelamente non c’è una vera messa in discussione dei privilegi previdenziali ancora esistenti.
Chiediamo al Parlamento, nella fase di conversione in legge del decreto, di apportare quelle modifiche che restituiscano ai pensionati giustizia, equità, diritto e diamo un chiaro sostegno alle rivendicazioni contenute nella Piattaforma unitaria. A tal fine, reiteriamo la richiesta al Governo dell’apertura di un tavolo di confronto nazionale. Restiamo infatti convinti come organizzazioni sindacali che la strada da privilegiare sia la contrattazione che va supportata dalla mobilitazione e dall’azione di pressione per far cambiare le norme. In queste settimane incrementeremo le nostre iniziative sui territori per un più forte e incisivo rilancio della vertenza unitaria di SPI, FNP, UILP. Punti qualificanti della nostra azione unitaria sono:
La richiesta di un sistema di rivalutazione delle pensioni all’inflazione più equo e che tenga conto dei consumi specifici dei pensionati e degli anziani. La richiesta di modificare la Legge Fornero, anche per quanto riguarda la reintroduzione di forme di flessibilità di uscita dal mondo di lavoro, che potrebbero pure facilitare il turn over e l’occupazione giovanile. La riduzione della pressione fiscale, a livello nazionale e locale, sul lavoro e sulle pensioni. L’equiparazione della no-tax area per lavoratori e pensionati, con l’elevazione da 7.500 a 8.000 euro anche per i pensionati. L’eliminazione del fiscal drag. L’estensione del bonus di 80 euro anche ai pensionati e gli incapienti, perché a parità di reddito è ingiusto escludere pensionati da un beneficio a carico del bilancio dello Stato. La richiesta di una legge nazionale sulla non autosufficienza, con finanziamenti adeguati e certi. Son queste le scelte necessarie per recuperare fiducia e giustizia sociale, presupposti fondamentali per la ripresa economica, produttiva e occupazionale del nostro Paese. Va anche evidenziato l’impegno dei pensionati e delle pensionate per l’equità economica, fiscale e sociale. Così come va evidenziato il ruolo delle persone anziane e pensionate nella società, cercando di trovare modalità comunicative efficaci per contrastare il deciso attacco mediatico in atto.
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