L’avvio dello Spazio Argento è una buona notizia. L’attesa è stata lunghissima, con una situazione di limbo che si è protratta troppo allungo sfiancando famiglie e anziani. Con il 1° ottobre si mette un punto fermo importante. La scommessa, adesso, è mettere i territori nelle condizioni di far funzionare la nuova organizzazione per evitare di creare una scatola vuota, frustrando ulteriormente le aspettative dei cittadini”. E’ quanto affermano Spi, Fnp, Uilp Trento tramite una nota congiunta emanata nei giorni scorsi.
Restano da sciogliere due nodi importanti, la dotazione di risorse adeguate e come la nuova organizzazione si integrerà con la riforma dell’assistenza socio-sanitaria prevista dal Pnrr.
“Il Covid ha messo a nudo le difficoltà del nostro sistema per quanto riguarda l’assistenza sanitaria e socio-assistenziale per anziani e soggetti fragili e per l’intera comunità, che va integrata, resa più capillare ed estesa – spiegano Spi, Fnp, Uilp Trento -. Allo stesso tempo è come se la Provincia non vedesse l’evoluzione che abbiamo davanti: la popolazione invecchia, gli anziani con cronicità sono sempre più numerosi così come cresce il numero di quanti hanno bisogno di assistenza e continuità della cura”.
Da qui la richiesta non solo di potenziare le risorse per il funzionamento delle equipe Spazio Argento, ma anche aumentare la dotazione del fondo socio-assistenziale previsto nel protocollo di finanza locale per le comunità di valle con il quale vengono finanziati e riqualificati i servizi a disabili e anziani. “Non siamo solo noi a dirlo, ma gli stessi territori – incalzano i Sindacati dei pensionati -. Senza risorse si rischia di vanificare la riforma. Servono investimenti per rafforzare la sanità territoriale, la domiciliarità e l’assistenza socio sanitaria, favorendo anche l’integrazione tra queste due dimensioni. La riforma della medicina di territorio con le case di comunità, gli ospedali di comunità, la telemedicina e la tele-assistenza aprono nuove prospettive che vanno però sostenute con personale competente sul territorio per una reale presa in carico dei soggetti fragili e con cronicità, ma anche per politiche efficaci di prevenzione. Se non si va in questa direzione c’è il rischio più che concreto che i bisogni vengano presi in carico, ma non risolti per carenza di servizi adeguati. Questo sarebbe una beffa”.
Da qui dunque la sollecitazione all’assessora a non abbandonare questo progetto, ma a dotarlo di “gambe robuste” perché funzioni realmente. “E’ ora di farsi carico veramente dei bisogni degli anziani e dei più fragili. Il tempo dell’attesa è durato oltre ogni ragionevole limite”, concludono Spi, Fnp, Uilp Trento.