Spi, Fnp, Uilp Verona sul caro bollette: “Il calcolo è semplice. I rincari di gas e luce sono quelli che ormai da settimane sentiamo ripetere e che per molti famiglie numerose e single, giovani e anziani, ma anche imprese, professionisti stanno diventando ormai un incubo: secondo i dati di Adiconsum, bollette schizzate nell’ultimo mese al +55 per cento per l’elettricità e al +40 per cento per il riscaldamento, con un aggravio sulle famiglie che si aggira intorno ai mille euro l’anno. E con la certezza che questi aumenti non si assesteranno nel breve periodo: la stangata delle bollette è solo all’inizio, come ha quantificato l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, comparando il primo trimestre del 2022 con quello di dodici mesi fa, e registrando punte di più 131 per cento per l’energia elettrica e di oltre il 94 per il gas naturale. E questo «nonostante gli interventi straordinari da parte del Governo», ha detto Arera.
Ora proviamo ad applicare questi rincari alle bollette di quegli anziani che devono fare i conti con una pensione minima, poco più di 500 euro al mese, e che magari vivono pure soli e quindi non hanno nemmeno la possibilità di condividere parte delle spese. Anziani poveri, per i quali i sindacati già da anni lanciano l’allarme, cercando di attirare l’attenzione delle istituzioni. Anziani che ora faticheranno a far fronte a questi aumenti a tre cifre. Sono tanti nel Veronese: Spi, Fnp, Uilp Verona contano che nella provincia 6,4 pensioni su dieci presentano importi inferiori ai mille euro mensili, e che tra queste l’importo medio è di appena 527 euro mensili. Per il capoluogo scaligero parliamo di una platea stimata di circa 34 mila pensionati, il 61,30 per cento del totale, percettori di assegni poveri o poverissimi sotto ai mille euro, con importi medi di appena 500,27 euro mensili. Dovranno fare i conti, ora e nei prossimi mesi, con bollette più salate ma anche con un carrello della spesa più caro: ricordano infatti i sindacati che «l’accelerazione trainata dai beni energetici riguarda anche i prezzi dei beni alimentari e della cura della casa da +2,4 per cento di dicembre al +3,2 di gennaio nonché tutti i prodotti ad alta frequenza d’acquisto. Una crescita così non si registrava da aprile 1996. Dunque, oltre agli aumenti dell’energia, i pensionati devono far fronte anche ai rincari del carrello della spesa. C’è chi già ora non ce la fa: «Sono già molti i pensionati che si rivolgono ai nostri sportelli», ammettono i tre sindacati, «preoccupati per la progressiva impennata del costo dell’energia: ci parlano di incrementi in bolletta di oltre il 50 per cento, allarmati per le ricadute che ci saranno anche sulle spese condominiali e su tutti i beni di consumo».
I bonus varati dal Governo lo scorso anno? Ci sono, ma vanno a supporto di troppe poche persone. Lasciando col cerino in mano gran parte di quegli anziani con la pensione minima. «Gli importi insufficienti e le soglie di accesso risibilmente basse, cioè 8.265 euro di reddito Isee presuppongono condizioni di estrema indigenza e di pressoché totale mancanza di risorse che, per fortuna, non rispecchiano ancora la condizione diffusa nella maggioranza dei pensionati veronesi. Secondo gli attuali parametri dei bonus energia, per un anziano non basta percepire una pensione inferiore ai 635 euro mensili. Bisogna anche non disporre di alcun risparmio sotto forma di deposito bancario e non essere titolare della casa in cui si vive. «Chiediamo allora», proseguono i sindacati in un appello rivolto anche al Comune di Verona, «un adeguamento delle soglie Isee a quelle che sono le condizioni reali dei pensionati veronesi e, per quanto riguarda l’accesso alle agevolazioni sociali, un allineamento delle soglie almeno ai livelli della pensione di cittadinanza che attualmente richiede un Isee di 9.360 euro. Infine, un aumento di almeno il 50 per cento della consistenza degli aiuti economici». Per far fronte a una situazione che non si risolverà a breve, anzi.”