“I dati resi noti oggi dall’Istat sugli importi delle pensioni evidenziano una realtà che come Uil Pensionati denunciamo da tempo: milioni di anziani e di pensionati italiani sono in una situazione di grandissima difficoltà”.
È quanto dichiara il Segretario Generale della Uil Pensionati, Romano Bellissima.
“E il disagio della condizione anziana – prosegue Bellissima – si sta allargando. Oggi, anche pensioni di importo medio sono inadeguate a far fronte alla crescita del costo della vita, dei beni, dei servizi, delle accise, della fiscalità nazionale e locale. Le persone anziane costituiscono ormai il 20% dell’intera popolazione italiana. Condannarle a un futuro di progressiva povertà ha conseguenze negative per l’intera società italiana e per l’economia. Sono infatti acquirenti e consumatori soprattutto di beni e servizi prodotti ed erogati in Italia e dunque alimentano quei consumi interni oggi in particolare crisi. Ridurre questi consumi ha un indubbio effetto recessivo e alimenta una spirale nefasta di tagli e crescita dell’indebitamento. Il Governo Monti ha però trascurato i bisogni degli anziani e dei pensionati e ha adottato misure che li hanno penalizzati: dal blocco della rivalutazione alle pensioni di importo superiore a 3 volte il minimo, all’introduzione dell’Imu. Né bisogna dimenticare gli aumenti delle addizionali Irpef, dell’Iva, delle accise su benzina, gasolio e gpl, con ripercussioni immediate sui prezzi dei beni e dei servizi. La crisi è senz’altro gravissima, ma non è pensabile che per salvare l’Italia i sacrifici si debbano chiedere solo ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, per l’unica ragione che sono coloro dai quali si possono ottenere subito risorse certe. Questa parte di cittadini italiani già paga la quasi totalità dell’Irpef e attraverso la fiscalità finanzia una buona parte del nostro sistema di welfare. È una situazione ormai insostenibile. Serve una riforma fiscale che faccia finalmente pagare le tasse a chi non le ha mai pagate e ridistribuisca risorse a pensionati e lavoratori, utilizzando le somme recuperate dal contrasto all’evasione fiscale. Servono poi una vera riforma della spesa pubblica, che elimini gli sprechi, e una riforma della politica, che ne riduca i costi impropri e restituisca dignità e autorevolezza a partiti, Parlamento e Governi, nazionale e locali. Solo così sarà possibile promuovere la crescita e lo sviluppo, rilanciare l’economia e riformare il welfare, adeguandolo alle esigenze di una società che invecchia. Altrimenti – conclude Bellissima – il rischio è che, da un lato, trionfino antipolitica e demagogia, con danni grandissimi alla democrazia del nostro Paese, e, dall’altro, si continuino a tartassare lavoratori e pensionati, a ridurre lo stato sociale, a deprimere i consumi, senza trovare soluzioni alla crisi e alla recessione”.