Giovedì 11 marzo si sono tenuti gli esecutivi unitari di Spi, Fnp, Uilp Toscana per fare il punto sulle vaccinazioni. Hanno partecipato al confronto Simone Bezzini, Assessore alla Sanità, Regione Toscana, e Serena Spinelli, Assessore al Welfare, Regione Toscana.
Ha introdotto il dibattito il Segretario Generale Uil Pensionati della Toscana, Mario Catalini, che nel corso del suo intervento ha dichiarato: “L’ampliamento della possibilità di utilizzo del vaccino AstraZeneca, come illustrato dal governo/ministro della sanità Speranza consente di cambiare radicalmente il piano per le vaccinazioni.
Chiediamo che si proceda con la massima sollecitudine possibile, utilizzando anche le grandi strutture già predisposte, alla conclusione della vaccinazione degli ultra 80enni e poi rapidamente si proceda alla vaccinazione delle fasce di età 75/79 e 65/74 e dei soggetti con patologie.
Consideriamo più positivo per la nostra gente che si proceda con la chiamata diretta da parte della Asl – anche mediante i medici di famiglia – sulla base degli elenchi per età anagrafica e patologie che sono disponibili comunicando direttamente data e luogo della vaccinazione. per velocizzare le procedure sarebbe utile far compilare prima dai medici di famiglia il consenso informato e la rimanente documentazione burocratica in modo che nei centri di vaccinazione si possa vaccinare in tempi rapidi”.
“Non possiamo aspettare la fine della pandemia per iniziare a programmare il futuro della organizzazione sanitaria territoriale secondo quanto previsto negli accordi firmati con la regione e dal piano del ministro Speranza.
Abbiamo bisogno che si proceda rapidamente a programmare ed attuare, in ognuna delle 26 zone distretto/Società della Salute, l’apertura di almeno una casa della salute per ogni aggregazione funzionale territoriale (Aft) della medicina generale. ci aspettiamo che, sulla base dell’accordo, non si vadano a ricercare collocazioni per cui i lavori durano anni, utilizzando come previsto, immobili pubblici o messi a disposizione dal volontariato.
Abbiamo bisogno che si programmi che, passata la pandemia, i posti letto di cure intermedie vengono trasformati in ospedali di comunità dislocati sul territorio e, possibilmente, in strutture pubbliche.
Confidiamo che gli amministratori regionali e locali ed i relativi apparati burocratici rispetteranno gli impegni presi e si attiveranno per realizzare quanto sopra.
Dagli interventi degli assessori alla sanità ed al socio sanitario saremmo in grado di capire cosa intende fare la regione toscana in tal senso”.
“Quanto alle Rsa e alle Rsd è l’ora di rimetterci le mani. non possiamo lasciare gli anziani con più problematiche nelle mani di privati. Pur consapevoli che la strada sarà lunga dobbiamo iniziare un percorso di revisione dei sistemi di controllo e dei criteri di collocazione delle Rsd e dei posti letto di cure intermedie all’interno delle Rsa. dobbiamo iniziare un percorso graduale di apertura di piccole strutture pubbliche sul territorio strettamente collegate alla comunità.
Ho allargato di proposito le cose da approfondire in questa riunione perché è mia convinzione che dobbiamo ripartire da questa situazione pandemica per ridisegnare la struttura sanitaria e socio sanitaria nella nostra regione toscana.
Per mettere in condizioni gli operatori sanitari e gli assistiti attraverso la telemedicina è necessario che la Regione Toscana finanzi ed attivi corsi di formazione per dare un servizio adeguato e per tranquillizzare gli anziani che non hanno dimestichezza con le nuove tecnologie sapendo che l’ansia, la preoccupazione, l’incertezza è pericolosa quasi come il virus”.