Piano vaccinale antiCovid, potenziamento della medicina territoriale, lotta alle nuove e vecchie povertà, contrasto all’evasione fiscale, potenziamento delle macchine amministrative che vanno dotate di personale adeguato. Sono queste le priorità che Spi, Fnp, Uilp Verona hanno individuato nel documento che quest’anno porteranno ai tavoli dei Comuni e dell’Ulss veronesi per la campagna di negoziazione sociale 2021.
«Nei prossimi giorni – spiegano i Sindacati dei pensionati- partiranno le lettere per fissare gli incontri con i Comuni, partendo da Verona e da Legnago. È chiaro che per il 2021 le priorità individuate stanno tutte nell’emergenza Covid, dal piano di vaccinazioni in particolare per anziani e soggetti a rischio, alle nuove povertà. La lotta alla pandemia, che ha visto degenti a casa il 95% dei circa 20 mila veronesi risultati positivi al virus, ha ribadito l’assoluta necessità di potenziare i servizi di assistenza domiciliare e di continuità assistenziale, una questione che come Sindacato dei Pensionati poniamo da armi sulla scorta dei dati demografici altrettanto ineludibili che mostrano un progressivo invecchiamento della popolazione”
Per questo, i Sindacati chiedono che vengano aumentati i contributi ai Servizi di assistenza domiciliare (Sad), Assistenza domiciliare integrata (Adi) e Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) nate per le attività domiciliari destinate ai pazienti Covid. E che sia migliorata l’organizzazione dei percorsi tra ospedale e territorio per rendere chiare e fruibili ai pazienti e alle famiglie le alternative all’ospedalizzazione o alle case di riposo. “In questo sono secondo noi centrali medicine integrate di gruppo, case della salute, centri di riabilitazione, ospedali di comunità. Non è pensabile che i presìdi di medicina territoriale non giochino mi ruolo nella campagna di vaccinazione anti-Covid”, continuano Spi, Fnp, Uilp.
“Sarà impegnativo in questo 2021 -aggiungono- arginare nuove e vecchie povertà che la pandemia ha fatto esplodere: 2,2 milioni di poveri in più nel 2020 (+50%) in tutto il Paese. La richiesta principale che facciamo ai Comuni è di elevare a 15 mila euro di reddito Isee la soglia di esenzione per l’addizionale Irpef e per la maggior parte dei servizi socio-assistenziali.”.
A questi due principali temi si aggiungono poi le richieste per dare regolarizzazione e formazione alla platea delle badanti, costituendo degli albi comunali; e promuovere la residenzialità per gli anziani, da sostenere con adeguati servizi di assistenza non solo sanitaria, per esempio sul tema della solitudine.