“Ci trattano come la bocciofila e questo non è accettabile”. A dichiararlo Spi, Fnp, Uilp Trieste, esasperati a causa dalla mancanza di rapporto e confronto con Comune, Asugi e Inps.
“Parliamo del 30 per cento della popolazione di Trieste, che viene trattata in maniera non decorosa” continuano i Sindacati dei pensionati, in particolare disaccordo con la decisione della Regione di aumentare il numero di pazienti seguiti dai medici di Medicina generale, portandolo dagli attuali 1.500 a 1.700 “un numero inaccettabile, soprattutto nella possibile campagna vaccinale a tappeto –continuano Spi, Fnp, Uilp Trieste- Il piano vaccinale finora è stato gestito malissimo e senza neanche ascoltarci, con anziani senza computer abbandonati a doversi stampare i moduli da soli. Abbiamo poi chiesto al direttore generale di avere il quadro sulle liste d’attesa, ma è sempre evasivo e non fornisce i numeri”.
C’è poi un altro importante problema, quello degli sportelli Inps “chiusi al pubblico e anche ai nostri patronati, i quali hanno un’estrema difficoltà a confrontarsi con gli addetti: capiamo che sono passati da 150 a 80, ma non si può chiedere a una persona di 80 anni di fare lo Spid”. Infine nel mirino il Comune, “totalmente carente” nei servizi sociali a sostegno degli oltre 10 mila non autosufficienti, per la maggioranza anziani.