“Investire sugli anticorpi monoclonali come terapia salvavita e per sgravare le terapie intensive calabresi dal peso dei ricoveri legati agli effetti della pandemia da Coronavirus, ma farlo senza disimpegnare risorse per procacciarsi le dosi di vaccino necessarie a immunizzare il numero massimo di cittadini italiani e, soprattutto, calabresi”. È questa l’idea lanciata dalla Uil Pensionati Calabria durante la Segreteria regionale che si è riunita nei giorni scorsi.
Per la Uilp l’Italia, ma soprattutto la Calabria – regione alle prese con evidenti ritardi strutturali nel sistema sanitario – dovrebbe seguire l’esempio della Germania “una nazione che sta spingendo ed investendo su cure integrative al vaccino, acquistando ben 200 mila dosi di anticorpi monoclonali che, in attesa di un riscontro ufficiale da parte dell’Ema, sembrano essere una reale e rapida terapia salva vita”. Una terapia decisiva che, anche sotto l’aspetto economico, non avrebbe un impatto devastante per le casse dello Stato. Questa strategia, secondo la Uilp, potrebbe dare una svolta nel contrasto al virus in Calabria “una regione che, purtroppo, si sta segnalando per un ritmo troppo lento nel processo di vaccinazione, che la condanna agli ultimi posti delle statistiche di tempistica nella somministrazione dei vaccini anti Covid-19”. Con il ritmo attuale, infatti, sostiene la Uilp, la popolazione calabrese sarà vaccinata “non prima dei prossimi anni”.
Ritardi che per la Uilp sono inammissibili e rischiano di essere “complici di una silenziosa mattanza a carico degli anziani, la fascia più debole ed esposta che, sino ad oggi, ha fatto contare il 95,4% dei decessi”.
“Bisogna fare presto, non sono più accettabili colpevoli ritardi, in particolare in Calabria, una terra priva di uno strumento coerente al bisogno, di una sanità in grado di sanare.
In Calabria, dove il prezzo più alto è stato pagato dagli over 60, dove è emerso con tutta la sua crudeltà la fragilità del sistema delle 358 Residenze sanitarie per anziani, finite sotto stress per le criticità complessive denunciate e mai risolte e spesso protagoniste di focolai, non si può più attendere inermi.
Bisogna considerare gli anticorpi monoclonali come salvavita e bruciare le tappe, avviare questa terapia in estate, aspettando l’eventuale avvio di una campagna vaccinale nazionale con anticorpi monoclonali, sarebbe un errore imperdonabile, vorrebbe dire aumentare esponenzialmente il numero, già alto, di sacrifici umani che la nostra regione, così come il nostro Paese, stanno registrando ogni mese.
Bisogna alzare la testa per disegnare un’Italia diversa per il domani, per progettare il Paese nel quale dovranno crescere i nostri figli, i nostri nipoti. In Calabria è il momento di investire sulla sanità, sulle infrastrutture, per garantire i Lea ed i servizi alle persone. E’ ora che la Calabria rialzi la testa.
“La situazione sanitaria calabrese – ha concluso la Uilp – è un dramma lungo decenni. In questa delicata fase pandemica, quindi, bisogna puntare su terapie rapide salva vita, come possono essere gli anticorpi monoclonali: una terapia allo studio in Italia, la cui sperimentazione dovrebbe essere avviata ad aprile e la cui distribuzione potrebbe essere avviata in estate.
Questa strategia unirebbe alla rapidità di contrasto al virus un’azione strategica in grado di sopperire alle carenze strutturali del sistema sanitario ed in particolare alla cronica carenza di posti letto, soprattuto in terapia intensiva, che la nostra terra paga in termini di storicizzato mancato sviluppo”.