“Spi, Fnp, Uilp Sardegna preso atto della drammatica situazione descritta dagli organi di stampa presso le RSA e le case di riposo, esprimono grave preoccupazione e chiedono rapidi interventi per superare l’emergenza in atto.” Così, i Sindacati dei pensionati sardi in una nota unitaria emanata nei giorni scorsi.
Secondo i Sindacati, è necessario “garantire la massima trasparenza in modo da conoscere tempestivamente l’evoluzione della situazione, fornendo le informazioni utili alle persone residenti e ai loro familiari. Occorre ripensare a nuove strutture di accoglienza, implementando i servizi di assistenza domiciliari, ai condomini sociali pubblici e privati, investendo maggiori risorse nella medicina a bassa intensità assistenziale e di territorio.”
Spi, Fnp, Uilp auspicano l’emanazione di una legge nazionale che stabilisca in modo chiaro e uniforme i requisiti indispensabili per l’accreditamento di tutte le strutture, con un adeguato controllo della qualità dell’assistenza erogata agli ospiti, della professionalità degli addetti e di contratti di lavoro adeguati al fine di evitare fughe del personale verso le strutture pubbliche. “Quanto sta accadendo nelle RSA e nelle case di riposo con un ingiustificato numero di contagi e i tanti decessi, richiede un ripensamento di come riorganizzare queste strutture- sostengono- La pandemia Covid 19 ha evidenziato le tante criticità strutturali e operative nel servizio sanitario regionale e, in particolare, nelle aree interne della Sardegna, spesso lasciate prive di servizi adeguati dimostrando la inadeguatezza del nostro sistema sanitario e quanto sia urgente dare priorità alla sanità pubblica.”
Le Organizzazioni sindacali evidenziano inoltre la mancata tempestività nell’assunzione di personale medico e infermieristico. Se attuata in tempi rapidi, metterebbe fine alla carenza di personale nelle strutture ospedaliere dovuta ai tagli alla sanità di questi ultimi decenni, invertendo la tendenza negativa di una sanità pubblica sempre più orientata al contenimento dei costi a discapito della salute e del benessere delle persone.
“Serve una sanità pubblica nel territorio, potenziando le case della salute, il ruolo dei medici di base e l’assistenza domiciliare, senza essere costretti a mobilità sanitarie itineranti soprattutto per le persone non autosufficienti. I pazienti Covid vivono una situazione di solitudine e abbandono, isolati durante la degenza domestica, senza riuscire in tempi certi a effettuare il tampone programmato che accerti la guarigione, restando loro malgrado costretti a rimanere chiusi a casa, pur stando bene, creando non pochi problemi soprattutto ai lavoratori e alle lavoratrici precarie che rischiano la perdita del posto di lavoro. Tutto ciò sarebbe stato facilmente superabile se la Regione Sardegna avesse attivato per intero e per tempo le unità U.S.C.A. previste dal DPCM e non solamente al 58%. E’ restata inascoltata nell’isola la raccomandazione dell’Agenzia nazionale del farmaco di anticipare ai primi di ottobre la vaccinazione antinfluenzale destinata agli anziani e alle persone fragili, a tutt’oggi si denuncia il fallimento della campagna vaccini antinfluenzali non disponibili né presso i medici di base nè nelle farmacie. Le Segreterie Provinciali -concludono Spi, Fnp, Uilp-denunciano la grave situazione nella quale si trovano a vivere giornalmente le persone anziane, che noi rappresentiamo, e auspicano un maggiore impegno per una sanità uniforme, strutturata e funzionale alle esigenze dei cittadini.”