Spi, Fnp, Uilp Messina, tramite una nota unitaria inviata mercoledì 11 novembre, al Prefetto, al Sindaco, ai sindaci dei comuni capofila dei distretti socio-sanitari e ai direttori generali di Asp e Policlinico, chiedono interventi concreti e l’apertura di un tavolo di confronto permanente sul tema della terza età, perché la pandemia ha accresciuto l’emarginazione degli anziani, considerati sempre più un peso ed ora, anche un rischio.
“La Sicilia – scrivono Spi, Fnp, Uilp– è in cima alle classifiche per povertà, rischio di marginalità, disoccupazione e per la non autosufficienza. Gli anziani sono l’ossatura di questo Paese perché sostengono, anche economicamente oltre che umanamente e materialmente, un intero tessuto familiare che vive in condizioni di oggettivo disagio. Non isoliamo le persone anziane, né a casa loro, né nelle Rsa e nelle case di riposo”. I
I Sindacati dei pensionati chiedono che gli anziani non siano soggetti a misure di isolamento forzato ma che vengano tutelati con il potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale, una maggiore integrazione socio-sanitaria e il rafforzamento della medicina del territorio. “Le morti per coronavirus testimoniano le falle del sistema siciliano e messinese. È indispensabile l’attivazione di un sistema di monitoraggio permanente, implementato in sinergia tra ASP5 e Comuni, delle strutture sociali e sanitarie soggette a maggiori rischi di contagio come, ad esempio, Rsa, Case di Riposo per anziani”.
“È fondamentale ridare priorità, efficienza ed efficacia all’assistenza domiciliare, anche integrata ed al servizio di supporto psicologico domiciliare. Ecco perché chiediamo l’apertura di un tavolo di confronto, che possa individuare percorsi risolutivi, avere le informazioni necessarie sullo stato del welfare, sapere quante sono le Case di riposo in attività, se sono accreditate, se posseggono i requisiti previsti dalla normativa vigente, se sono sottoposte a controlli periodici e, se sì, con quale esito. Abbiamo la necessità di comprendere come concretamente si possa lenire la sofferenza -concludono Spi, Fnp, Uilp- ma anche la rabbia, di chi non ha i mezzi economici, o le conoscenze, per superare le interminabili liste di attesa; di chi ha patologie, anche gravi, che non trovano una risposta adeguata, perché sembra che l’unica gravità riconosciuta sia quella della pandemia da Covid 19”