“Tutti i nostri reiterati appelli per prevenire l’irreparabile nelle case di riposo lucane sono caduti nel vuoto. Siamo fortemente preoccupati per come la Regione e l’Asp stanno gestendo l’emergenza. A oggi non esiste ancora un preciso protocollo da applicare nel momento in cui scoppia un focolaio” Dichiarano Spi, Fnp, Uilp Basilicata in una nota congiunta di oggi, 6 novembre.
“La Regione Basilicata e l’Asp siano chiari e ci dicano quali sono le strutture dedicate in cui questi pazienti dovranno essere ricoverati e quanto personale ci sia a disposizione. Si susseguono inutili proclami del presidente Bardi in cui si dice tutto per non dire niente: ancora oggi non sappiamo quali siano le strutture covid per sintomatici, paucisintomatici o asintomatici intercettate e soprattutto quando entreranno in funzione; impossibile anche avere informazioni sul fabbisogno di personale necessario per far fronte all’emergenza, con appelli rivolti genericamente a un ipotetico personale sanitario che – c’era da aspettarselo – senza garanzie e certezze deserta i bandi emanati dalle aziende sanitarie locali.”
“Bisogna intervenire immediatamente, mettendo in sicurezza tutte le strutture e garantendo la presenza di personale adeguatamente formato.-dichiarano Spi, Fnp, Uilp- Bisogna attuare piani di ricollocamento degli ospiti positivi al virus, che devono essere trasferiti in strutture idonee, per non trasformare le case di riposo in lazzaretti. Occorre inoltre garantire agli ospiti delle strutture la possibilità di restare in contatto con i propri parenti, anche attraverso gli strumenti digitali, perché i danni provocati dell’isolamento e dalla solitudine sono enormi, soprattutto per chi soffre di malattie cronico degenerative come le demenze. Servono sistemi più efficaci di accreditamento, monitoraggio e controllo delle strutture, con un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni sindacali dei pensionati. Bisogna ridurre al massimo l’istituzionalizzazione; potenziare e sperimentare forme di residenzialità alternativa, come co-housing e appartamenti solidali; favorire la permanenza delle persone anziane nelle proprie case, assistendole in modo adeguato. E poi la medicina del territorio: assistenza domiciliare, medicina di prossimità. Il sistema va ripensato nella sua totalità. E non dimentichiamoci che non si muore solo di Covid. Ci sono anche altre malattie. Si rimandano le visite, le analisi, gli interventi. Liste d’attesa bloccate, ambulatori chiusi, visite annullate. Nei mesi dell’emergenza Covid migliaia di persone in Basilicata non hanno avuto accesso alle cure. Un quadro drammatico che riguarda soprattutto gli over 65. C’è in ballo la salute non solo dei nostri anziani, ma di tutti i lucani.”