“La Regione non può più perdere tempo con annunci e promesse vane sulle case di riposo. Questo è il momento di agire, è finito il tempo degli spot! Va rafforzata subito la presenza di personale sanitario e assistenziale affinché gli ospiti siano seguiti al meglio, e affinché questi anziani non si ritrovino di nuovo chiusi senza l’affetto dei familiari all’interno delle strutture in questi momenti di rinnovata emergenza epidemiologica”. Spi, Fnp, Uilp Veneto tornano a lanciare l’allarme sulle case di riposo per evitare che riaccada ciò che è successo nei primi mesi di diffusione del virus, quando più di 800 ospiti sono deceduti in totale solitudine.
Un allarme giustificato dal fatto che la Regione annuncia interventi, ma non è trasparente sulla loro attuazione. Prendiamo i test rapidi per i visitatori nelle case di riposo, che dovevano cominciare il 12 ottobre: “A quanto ci risulta questa procedura non è ancora operativa in tutte le strutture, ma intanto è servita al presidente Zaia per avere i soliti titoli a caratteri cubitali sui giornali. Non è più il momento della propaganda, la campagna elettorale è finita!”, commentano i Sindacati dei pensionati. Non solo, ancora dalle segnalazioni che arrivano ai sindacati, ci sono Rsa che in questi mesi non si sono attrezzate per affrontare la temuta seconda ondata: “Ci sono strutture che non garantiscono i percorsi di isolamento per prevenire la diffusione del virus, che non hanno dispositivi di sicurezza in quantità sufficiente, che non si sono organizzate per consentire le visite dei famigliari”, denunciano i Sindacati – “se a febbraio eravamo impreparati, ora non ci sono più alibi e la Regione ha la responsabilità di quanto avviene dentro le strutture per anziani”.
“La Regione intervenga subito in modo urgente, strutturato e soprattutto trasparente”, concludono i sindacati, “non vogliamo ritrovarci ancora una volta a contare i morti fra i nostri anziani. Palazzo Balbi ci ascolti pima che sia troppo tardi.”