Si è svolto lo scorso 23 aprile, in videoconferenza, l’incontro da tempo richiesto unitariamente da Cgil, Cisl, Uil di Savona e dai relativi Sindacati di Categoria e dei Pensionati al Prefetto di Savona in merito all’emergenza sanitaria nelle RSA della provincia.
“Nel corso dell’incontro – si legge nella nota dei sindacati – non è stata data risposta alla specifica richiesta sindacale in merito al numero effettivo delle persone contagiate e decedute in queste strutture. In attesa che il dato ufficiale venga diffuso, i dati ufficiosi emersi nei giorni scorsi hanno evidenziato la gravità della situazione che si è via via venuta a creare anche nella nostra provincia nonostante gli allarmi lanciati ad ogni livello dalle OO.SS.”
“Sono state settimane drammatiche in cui soprattutto la dedizione e la responsabilità delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, rischiando la salute e spesso con carichi di lavoro insopportabili, hanno evitato una situazione ancora peggiore continuando, nonostante tensioni, stanchezza e paura a prestare comunque l’assistenza richiesta.
Settimane in cui i gestori si sono trovati di fronte a sempre maggiori difficoltà nel reperire i necessari strumenti di protezione e di diagnostica (ancora oggi non eseguiti su alcune tipologie di utenza), mantenere un numero adeguato di operatori spesso assenti perché colpiti loro stessi dal virus, organizzare l’assistenza e le necessarie misure in condizioni sempre più difficili. Nonostante questo, molte, troppe persone anziane o che necessitano di assistenza in queste strutture, hanno contratto il virus ed hanno perso la vita in queste settimane nelle RSA di tutto il Paese così come nella nostra Provincia.”
“Sono morti – proseguono i sindacati – che impongono una riflessione approfondita su quanto è successo e che, al di là della dimensioni della pandemia o delle singole responsabilità che dovessero emergere a seguito delle indagini in corso, mettono in luce limiti, criticità, effettiva tempestività negli interventi di chi ha la responsabilità/competenza di governare questi processi soprattutto dai livelli regionali. In questo senso risulta sinceramente incomprensibile anche la tempistica con cui in Liguria, a fronte di un’emergenza aperta da settimane, solo negli ultimi giorni sia stata decisa la messe “sotto tutela” di numerose strutture in forte difficoltà nella nostra regione.
Tutto ciò vale non solo per quanto avvenuto dall’inizio della pandemia ad oggi, ma anche e soprattutto in merito all’effettiva adeguatezza delle politiche sanitarie e sociosanitarie, alla reale capacità di rispondere alle effettive esigenze del territorio, alle scelte operate negli anni a livello centrale ma, soprattutto, a livello decentrato da molte regioni tra cui la nostra. Scelte su cui il sindacato, unitariamente, aveva già più volte espresso rilievi e critiche e formulato proposte rimaste inascoltate.”
“Le federazioni di Pensionati di Cgil, Cisl e Uil – commenta Claudio Gallo Segretario Uil Pensionati Savona al termine dell’incontro – sono l’unica realtà in provincia di Savona che dispone di un tavolo permanente di confronto con Asl 2. Tavolo che in questo periodo di quarantena era stato sospeso. Durante questo confronto siamo riusciti a ottenere di riattivarlo, pur nel pieno rispetto di tutte le normative di sicurezza ministeriali, questo per noi è un importante traguardo”.
Per quanto riguarda i dati relativi all’effettivo numero dei contagiati “noi sindacati – aggiunge Gallo – chiediamo che siano resi noti al più presto, perché sono informazioni importanti”
Chiediamo infine – conclude Gallo – che venga istituita una cabina di regia che pianifichi un percorso chiaro in vista dell’autunno, una scadenza che agli anziani fa veramente paura. Perché non solo potrebbe riproporsi (identico o mutato, ancora non lo sappiamo), il Covid-19, ma potrebbe affiancarsi ad altri malanni tipici di stagione (le classiche patologie influenzali), colpendo duramente le fasce immunologicamente più fragili della popolazione. Chiediamo una informazione costante e corretta, meno ‘di forma’ e più ‘di sostanza’. E alla popolazione tutta, a prescindere che per il Coronavirus sia introdotto un vaccino o meno, chiediamo più senso civico.”