A seguito delle disposizioni inviate dall’Assessorato alla Salute attraverso il dipartimento per l’Integrazione Socio Sanitario ai direttori di UPIPA e di SPES e alle RSA della Provincia di Trento, le quali prevedono che: “le RSA devono essere considerate a tutti gli effetti come strutture a bassa intensità di cura per la presa in carico dei casi di infezione accertata o sospetta nell’interezza del percorso assistenziale, e non devono operare alcun trasferimento verso gli ospedali”, Spi, Fnp, Uilp della Provincia Autonoma esprimono, con una nota unitaria, la loro preoccupazione: “Alla luce del bollettino di guerra giornaliero in cui i dati ci dicono che le APSP e le RSA sono il luogo di maggiore emergenza Covid sul territorio e che più della metà dei decessi avvenuti in Trentino per infezione sono all’interno delle residenze per gli anziani, queste disposizioni assumono un peso ben preciso, inoltre da aggiungere per non va dimenticare che all’indomani del Decreto del PDCM del 4 marzo 2020 in cui all’art.1 lettera m) si specifica che “le visite sono limitate ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della strutturale “ troviamo le linee guida del presidente Fugatti che al contrario permettevano l’accesso ai familiari .
A tutto questo va sommato quanto è avvenuto relativamente a DPI (insufficienza e inadeguatezza di mascherine e dispositivi di sicurezza in generale), gestione e informazione/formazione del personale, sino all’ancora attualissima questione dei tamponi per tutti gli ospiti e tutto il personale delle strutture. Stiamo parlando di strutture non attrezzate per la cura dei pazienti positivi, in molti casi prive di spazi e logistica necessari per la compartimentazione efficace di ospiti Covid e non Covid.”
E, sempre nella stessa nota unitaria, i Sindacati dei pensionati propongono un piano d’azione per la difficile situazione che gli anziani si troveranno a fronteggiare a causa del Covid nei mesi e negli anni a venire:
“Ripensare all’organizzazione delle RSA, ridistribuire il personale qualificato per curare a domicilio in circostanze di estrema emergenza, attivare e diffondere la tecnologia che possono rivestire un ruolo fondamentale con mezzi di comunicazione adatti a sviluppare i punti precedenti incentivandone l’acquisto e adeguando la costruzione della rete sul territorio per la diffusione della telemedicina. Infine, è necessario ed auspicabile che superata la fase emergenziale si proceda speditamente e con convinzione all’attuazione della riforma dello Spazio Argento per un governo unitario del sistema. Quanto è successo anche a livello nazionale, il procedere in ordine sparso, deve essere di insegnamento per programmare adeguatamente gli interventi per gli anziani. Una regia forte nei territori e una migliore integrazione socio-sanitaria, destinando a tale scopo le risorse aggiuntive necessarie oltre quelle già stanziate dalla giunta precedente.”