Anche i Sindacati dei pensionati e delle pensionate di Spi-Cgil Agb, Fnp-SgbCisl, Uilp-Uil Sgk e ASgb Rentner di Bolzano con una nota unitaria del 10 aprile esprimono “forte preoccupazione e sgomento per le condizioni igienico-sanitarie in cui versano le strutture residenziali per le persone anziane”. Secondo gli ultimi dati della Provincia, nelle case di riposo sono deceduti finora 76 anziani, oltre un terzo delle 204 vittime complessivamente registrate in Alto Adige.
“In queste strutture vi sono 4.300 persone con un’età media di 80-90 anni, la maggior parte delle quali affette da pluripatologie e da forme di demenza.-scrivono i Sindacati- Si tratta di anziani fragili che, nella maggior parte dei casi, non hanno più la capacità di rappresentare i propri bisogni, di difendersi, di auto-tutelarsi. L’alto tasso di decessi in queste strutture sta a significare che l’attenzione si è concentrata prioritariamente sul settore sanitario, mentre solo adesso si stanno mettendo in campo azioni di protezione anche nel settore socio-sanitario”. Per i sindacati, “serve ripensare l’intera prospettiva dell’assistenza agli anziani, investendo nel settore socio-sanitario e sul territorio (medici di base)”.
I Sindacati dei pensionati, per far fronte alla situazione di emergenza hanno dunque presentato alle istituzioni locali una serie di richieste, tra le quali: istituire immediatamente una task-force composta da medici, infermieri, esperti di igiene, psicologi,;monitorare, verificare e controllare la pronta applicazione delle disposizioni e degli strumenti di prevenzione; mettere in sicurezza i responsabili sanitari e organizzativi, gli operatori sanitari, socio sanitari e assistenziali che lavorano nelle RSA; individuare i contagiati, gli asintomatici ed i negativi effettuando tamponi a tutti gli utenti e operatori delle strutture residenziali; procedere con le sanificazioni periodiche delle strutture; attuare forme di prevenzione, in modo da controllare l’infezione, limitare il contagio e diminuire la pressione verso gli ospedali locali; assicurare al familiare una costante comunicazione con l’assistito mettendo a disposizione gli strumenti multimediali e le nuove tecnologie di messaggistica in modo da sostenere psicologicamente l’anziano e facilitare il più possibile il contatto con i famigliari; salvaguardare il rispetto degli standard qualitativi e quantitativi dei servizi sociali e sanitari per fronteggiare la riduzione di personale conseguente ai contagi e l’assenza di famigliari e figure del volontariato.
Inoltre, Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil e ASgb Rentner , chiedono ai responsabili delle ASL e dei Servizi sociali di continuare a garantire le prestazioni di assistenza domiciliare integrata (ADI) e quelle di tipo sociale da assicurare con urgenza alle persone anziane sole; agli anziani rimasti a casa in seguito alla chiusura dei centri diurni per malati di Alzheimer.