Ieri, 7 aprile 2020, Spi, Fnp, Uilp Basilicata hanno emanato un comunicato unitario attraverso il quale esprimono forte preoccupazione per la situazione delle RSA della Regione, alla quale chiedono un intervento immediato. Si legge nel comunicato:
“Anche la Basilicata non è immune e quanto avvenuto al centro di riabilitazione ed RSA Don Gnocchi di Tricarico, dove uno degli ospiti è deceduto dopo essere risultato positivo al coronavirus, ne è la riprova. Sempre a Tricarico un operatore sanitario è risultato positivo alla casa di risposo Sant’Antonio e apprezziamo che immediatamente si sia provveduto a effettuare i tamponi per scongiurare conseguenze più gravi. Oggi apprendiamo di un nuovo contagio di un anziano ospite della casa di risposo di Noepoli. Non siamo di fronte ai tragici fatti che si sono verificati in Lombardia, ma è la conferma di come l’allarme lanciato dai sindacati prima che questi casi venissero fuori era più che legittimato, al contrario di quanto sostenuto delle associazioni, come l’ARSSAB, che a seguito della nostra segnalazione ha ritenuto non fosse necessario effettuare delle verifiche sulle misure messe in campo nelle strutture lucane per prevenire i contagi.
È stato proprio l’intervento dell’associazione che ci ha ulteriormente preoccupato, con le sue richieste avanzate alla Regione Basilicata a partire da i dispositivi di protezione individuali per i propri operatori, dimenticando che è il datore di lavoro che dovrebbe assicurare dispositivi di protezione individuali ai lavoratori.
Alla luce degli ultimi fatti riteniamo che il confronto con il governo regionale sulle strutture di residenza socio sanitarie e socio assistenziali non sia più prorogabile. Il silenzio delle istituzioni a riguardo è inaccettabile. È necessario conoscere quale sia il livello di sicurezza in cui risiedono i nostri anziani e in cui operano i lavoratori
Le RSA e specialmente le case di riposo, sono del tutto impreparate ad affrontare questo tipo di emergenza. Purtroppo la maggior parte di questi servizi, nel tempo, non si sono evoluti dal punto di vista sanitario-geriatrico, sociale, tantomeno tecnologico, conservando al loro interno modelli di gestione anacronistici con una funzione di tipo prettamente custodialistico e dunque inappropriati ai nuovi bisogni di salute e benessere delle persone anziane e dei care-giver. Né tantomeno abbiamo contezza se le residenze per anziani si siano adeguate alle norme previste dal governo regionale dal 2017 nonostante le continue richieste di un censimento per poi seguire la strada dell’accreditamento da parte del sindacato dei pensionati.
Pertanto Spi, Fnp, Uilp hanno chiesto a livello nazionale al ministero della Salute e al ministero del Lavoro – e noi lo chiediamo alla Regione Basilicata – di istituire immediatamente una task-force composta da medici, infermieri, esperti di igiene, psicologi, da destinare specificatamente per gestire l’emergenza nelle RSA e nelle case di riposo, pubbliche e private, su tutto il territorio nazionale e regionale; monitorare, verificare e controllare efficacemente le disposizioni da applicare; mettere in sicurezza i responsabili sanitari e organizzativi, gli operatori sanitari, socio sanitari e assistenziali che lavorano nelle RSA; individuare i contagiati, gli asintomatici e i negativi effettuando tamponi a tutti gli utenti e operatori delle strutture residenziali. Ancora, procedere con le sanificazioni periodiche delle strutture e indicare all’interno delle strutture aree dedicate per poter isolare e distanziare il più possibile le persone e proteggere anziani e personale. Per ultimo, ma non per importanza, assicurare sostegno psicologico e l’uso assistito di tecnologie multimediali per facilitare la relazione a distanza tra la persona anziana e i propri cari.