Ieri, 3 aprile 2020, Cgil, Cisl, Uil, Spi, Fnp, Uilp e Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fpl Lombardia hanno emanato un comunicato unitario in cui esprimono la loro insoddisfazione a seguito del confronto con la Regione sulla gestione dell’emergenza epidemica. Si legge nella nota:
“Il confronto (si fa per dire) con Regione Lombardia per fare il punto sulla gestione dell’emergenza epidemica e su quanto bisogna ancora fare per migliorare la risposta del sistema lombardo in termini di tutela della salute pubblica e tutela del personale impegnato nelle strutture sanitarie e nel territorio ci lascia del tutto insoddisfatti, stante l’ormai evidente inadeguatezza delle misure sino ad oggi adottate.
La quantità di contagi e purtroppo di decessi che si verificano quotidianamente nel territorio lombardo, la condizione degli ospiti nelle RSA e di decine di migliaia di cittadini e cittadine che nelle loro case vivono in solitudine il dubbio e, in molti casi, la certezza della malattia, dimostrano che sul fronte di questa crisi sanitaria Regione Lombardia deve cambiare approccio e strategia:
1) salvaguardare le figure mediche ovunque collocate, compresi i MMG e i MCA, e la salute di tutti gli operatori che operano nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e territoriali, compresi coloro che svolgono nelle strutture sanitarie e assistenziali attività di supporto o in appalto, quali i servizi di pulizia, ristorazione, e gli operatori delle ambulanze, applicando il Protocollo nazionale sottoscritto da CGIL CISL UIL con il Ministero della Salute, fornendo i DPI in qualità e quantità adeguate e assicurando, tramite un Comitato regionale di verifica (come stabilito nell’intesa sindacale con il Ministero), che tutte le strutture nel territorio attuino i protocolli di protezione e prevenzione previsti.
2) Nei presidi ospedalieri è necessario garantire percorsi in accettazione e degenza separati rispetto ai pazienti COVID+, per il contenimento del contagio e la protezione dei pazienti ricoverati. Difendere la salute dei cittadini e delle cittadine significa assumere come priorità la condizione dei ricoverati nelle strutture sanitarie così come quella degli anziani nelle case di riposo. La convivenza di anziani fragili con pazienti Covid+ è inaccettabile, così come lasciare alla libera scelta delle singole RSA ricevere o meno pazienti infetti come unica risposta alle oggettive difficoltà economiche delle strutture.
3) Consistenti risorse economiche e professionali devono essere destinate al rafforzamento dei servizi di medicina territoriale per la presa in cura e la sorveglianza attiva dei pazienti asintomatici e paucisintomatici al loro domicilio o nelle strutture ricettive di c.d. degenza di sorveglianza. Anche su questo punto non è sufficiente un atto di indirizzo regionale, e le responsabilità sui malfunzionamenti non ricadono esclusivamente sui livelli gestionali territoriali. Servono precise indicazioni di programma e una regia regionale in fase attuativa, con chiari obiettivi quantitativi sui servizi di continuità assistenziale da realizzare in ogni territorio e le dotazioni organiche da implementare.
Per tutto questo noi non ci fermiamo e continueremo ogni giorno a chiedere ad ogni livello, dal Presidente di Regione Lombardia, ai Sindaci, ai responsabili delle strutture sanitarie e sociosanitarie il rispetto e la tutela delle persone. Non lasceremo perciò nulla di intentato, comprese segnalazioni e denunce, per contrastare la situazione di abbandono e di rischio continuo a cui gli operatori – già colpiti non solo dal sovraccarico di lavoro, ma anche dalla tensione e dai lutti tra i loro colleghi – sono lasciati a lavorare per salvare vite e curare malati. Nel continuare senza sosta a rivendicare un urgente e reale miglioramento delle loro condizioni, anche a difesa della salute pubblica, si sostanzia il nostro grazie per il loro impegno e la loro dedizione.”