«Serve un piano anziani, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus cercando di ridurre il suo pesantissimo impatto sulle persone in età avanzata». A chiederlo sono i segretari regionali dei sindacati pensionati Uilp-Uil, Fnp-Cisl e Spi-Cgil, Magda Gruarin, Renato Pizzolitto e Roberto Treu, che sollecitano l’apertura immediata di un confronto con l’amministrazione regionale, con le Aziende sanitarie e con i sindaci «n primis sulla situazione nelle case di riposo, ma anche nelle Rsa e nell’assistenza domiciliare. «I dati – spiegano Gruarin, Pizzolitto e Treu – sono sotto gli occhi di tutti e non indicano soltanto un livello di mortalità particolarmente alto tra gli anziani, ma anche la loro maggiore esposizione al rischio contagio. Rischio che nella nostra regione, purtroppo, appare particolarmente alto proprio tra gli ospiti e gli operatori delle case di riposo, anche per effetto di carenze nelle misure di prevenzione, negli standard residenziali e nelle dotazioni dei dispositivi di protezione individuale al personale e agli assistiti. Ecco perché, come primo intervento, e in linea con quanto già più volte richiesto anche dalle sigle sindacali del comparto socio-sanitario, richiamiamo la Regione, le Aziende sanitarie, i sindaci e i responsabili di tutte le strutture, pubbliche e private, a un rigoroso rispetto delle misure di sicurezza per prevenire la formazioni di nuovi focolai di contagio ed evitare l’aggravarsi della situazione in quelli già presenti».
Ma l’appello dei sindacati pensionati, come detto, guarda anche al pianeta dell’assistenza domiciliare. «Le stesse misure di prevenzione che sollecitiamo nell’ambito delle case di riposo – spiegano i segretari – devono valere nell’ambito di tutte le strutture socio-sanitarie e nell’assistenza domiciliare, mettendo tutti gli operatori nelle condizioni di lavorare in sicurezza per se stessi e per gli assistiti. Un tema sul quale intendiamo sensibilizzare anche i prefetti. Quanto alla distribuzione di mascherine alla popolazione, chiediamo di dare priorità ad anziani e badanti, il cui lavoro di assistenza, lo ricordiamo, non viene sospeso dal Dpcm del 22 marzo».
Più in generale, Uilp, Fnp e Spi sollecitano «un fermo impegno della Regione, delle Aziende sanitarie e degli enti locali», sul rafforzamento degli interventi socio-sanitari rivolti ad anziani e non autosufficienti, rivendicando «l’esigenza di aprire tavoli di confronto anche con le Aziende sanitarie e di investimenti da parte dei Comuni sui servizi assistenziali, già a partire dai bilanci per l’anno in corso». I servizi agli anziani, per i pensionati di Cgil, Cisl e Uil, «devono far parte a tutti gli effetti del sistema sociosanitario regionale, mentre l’attuale, drammatica emergenza conferma una volta di più le lacune nei controlli da parte della Regione e delle Aziende sanitarie sulle case di riposo, pubbliche e private, e il forte indebolimento dei servizi domiciliari, nell’inerzia dell’assessorato e degli Enti locali». Da qui la richiesta di «un piano che punti da subito a rafforzare i controlli e potenziare i servizi territoriali con personale e risorse aggiuntive, come è stato fatto in sanità, dando finalmente concretezza agli obiettivo di una riforma sanitaria che, come la precedente, dovrebbe avere come stella polare il rafforzamento dei distretti socio-sanitari e del loro ruolo sul territorio».