I sindacati dei pensionati bocciano una manovra che punta solo a soddisfare le promesse elettorali con misure inique e ingiuste
“Il Governo ha costruito una manovra finanziaria che punta solo a soddisfare le promesse elettorali delle due forze che siedono a Palazzo Chigi, a danno dei pensionati e dei lavoratori dipendenti”. I tre sindacati dei pensionati trentini, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil pensionati, non fanno sconti: il blocco delle rivalutazioni deciso in modo unilaterale, per finanziare provvedimenti che alimentano il consenso ma che nulla fanno sul fronte della crescita, degli investimenti e del lavoro, è ingiusto e iniquo. Per questa ragione già la scorsa settimana è cominciata la mobilitazione in tutta Italia. Anche a Trento le tre sigle hanno programmato una riunione degli attivi unitari il prossimo 16 gennaio in sala Rosa, alle 10. Sarà l’occasione per discutere i contenuti del provvedimento, ma soprattutto per decidere quali azioni intraprendere.
La misura che più da vicino tocca il mondo dei pensionati è ovviamente il blocco parziale delle rivalutazioni per gli assegni a partire da tre volte il minimo, cioè 1.522 euro lordi al mese. “E’ inaccettabile che senza un confronto il Governo decida di fare cassa sui pensionati – accusano i tre segretari provinciali Ruggero Purin (Spi Cgil), Claudio Luchini (Uil pensionati) e Tamara Lambiase (Fnp Cisl) -. Hanno avuto il coraggio di parlare di misure di riequilibrio, ma in realtà si sono limitati ad un travaso di risorse per finanziare la flat tax al 15 per cento sulle partite Iva fino a 65mila euro e il reddito di cittadinanza. Non c’è nessuna giustizia fiscale né equità”.
Il blocco delle rivalutazioni, infatti, frutterà alle casse dello Stato 2,3 miliardi di euro in tre anni, più un miliardo all’anno per i sei anni successivi. A questa somma si aggiunge il prelievo straordinario sugli assegni superiori a 100 mila euro lordi l’anno, pari circa 300 milioni equivalenti. “Non c’è equità – insistono le tre sigle -. Ci devono spiegare secondo quale logica a parità di reddito una Partita Iva va sostenuta con la Flat Tax, mentre un pensionato va considerato un privilegiato. Senza dimenticare che la Flat Tax contraddice il principio di progressività della tassazione previsto dalla nostra Costituzione”.
I pensionati trentini di Cgil Cisl Uil bocciano la manovra anche sul fronte del reddito di cittadinanza e sul tema pensioni.
“Il reddito di cittadinanza è solo assistenzialismo – dicono -. Lo Stato dovrebbe favorire gli investimenti produttivi, produrre sviluppo economico e dunque creare lavoro stabile di qualità”.
E sulle pensioni aggiungono: “Quota 100 non è una riforma delle pensioni, ma un provvedimento sperimentale e temporaneo. Noi abbiamo chiesto una riforma della legge Fornero, abbiamo chiesto risposte per i giovani che con questo sistema sono condannati a pensioni da fame, abbiamo chiesto flessibilità in uscita e riconoscimento dei lavori usuranti e quello di cura delle donne. Non abbiamo nessuna risposta”.
Infine il tema immigrati che si lega a filo doppio alle questione evidenziate dai pensionati. “Sarebbe ora di comprendere che gli immigrati non sono solo un problema, ma una risorsa perché garantiscono una parte delle tenuta del nostro sistema economico e previdenziale, coprono un pezzo importante del nostro welfare anziani. Non si possono affrontare i problemi con gli spot e con la propaganda”, concludono i tre segretari”.
Accanto alla manovra finanziaria nazionale per le tre sigle dei pensionati trentini resta aperta ancora la questione della riforma locale del welfare anziani. “Attendiamo quanto prima un confronto con la giunta provinciale per l’attuazione, a livello dei singoli territori, dello Spazio Argento per la presa in carico degli utenti, la pianificazione e l’omogenizzazione dell’offerta di servizi e l’integrazione dei vari soggetti erogatori delle prestazioni. Anche questo sarà un tema di discussione nell’attivo del 16 gennaio”, concludono i tre segretari.